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Roma, 14 apr. (Labitalia) - La tassazione del tabacco in Italia è ancora troppo sbilanciata verso la componente proporzionale al prezzo (la cosiddetta componente 'ad valorem') e un'adeguata riforma della tassazione dovrebbe toccare tutte le componenti dell’accisa. A sottolinearlo è Paolo Liberati, dell'Università` degli studi Roma Tre e del Cefip, Centro di economia e finanza pubblica, curatore, insieme a Massimo Paradiso (Universita` degli studi di Bari e Cefip), del volume “Tassare il tabacco. Stato, Mercato e Salute” (McGraw-Hill, 2016)."Dal punto di vista della riforma -spiega Liberati- noi poniamo la questione della struttura della tassazione, che si compone di diversi elementi: c'è un onere fiscale minimo, c'è una componente di accisa fissa e una ad valorem, oltre poi all'Iva. Questa composizione è in Italia squilibrata verso la componente ad valorem"."Fra i paesi europei -aggiunge Liberati- l'Italia è infatti quello che applica una quota di accisa fissa (ovvero 'specifica') molto sotto la media e ne illustriamo gli svantaggi in termini di gettito e specialmente per la tutela della salute, peraltro in linea con le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità". Il volume di Liberati e Paradiso è stato presentato nei giorni scorsi a Roma, nel corso di un convegno che si è tenuto presso l'Abi, alle Scuderie di Palazzo Altieri.Secondo gli autori del volume, un'adeguata riforma della tassazione dovrebbe toccare tutte le componenti dell’accisa. Come ha illustrato Liberati, ciò richiede sia un incremento dell'onere fiscale minimo, che è un ovvio obiettivo anche per la tutela della salute, sia una rimodulazione delle componenti ad valorem e specifica, che preveda un incremento di questa ultima in linea con il resto dei Paesi europei. Il rischio principale di una tassazione ad valorem, ha precisato il Paradiso, "è perdere gettito senza tutelare la salute, perché la prevalenza della componente ad valorem ha come effetto quello di produrre reazioni dal lato dei produttori di tabacco, che condurrebbero a guerre di prezzo in cui qualcuno sarebbe disposto a perdere margini portando in basso il prezzo". "Con ovvi effetti sulle politiche di tutela della salute, perché più accessibile diverrebbe il pacchetto", ha aggiunto Paradiso.E in effetti, ha sottolineato Liberati, "la stessa Oms ha specificato come sia l'accisa specifica a tutelare meglio gli obiettivi sanitari, poiché si osserva che dove l'accisa specifica è più alta i prezzi delle sigarette tendono effettivamente ad essere relativamente più elevati". Questo, secondo gli autori, "potrebbe essere un buon compromesso fra l'obiettivo di gettito e quello sanitario".





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