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Roma, 8 ott. (Labitalia) - Il 13 ottobre sarà celebrata in tutta Italia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la 69ma Giornata nazionale per le vittime degli infortuni sul lavoro. Evento che l’Anmil organizza ogni anno non solo per ricordare chi ha perso la vita o la salute sul posto di lavoro, ma anche per aprire una riflessione su questi delicati argomenti che possa coinvolgere contemporaneamente su tutto il territorio istituzioni, parti sociali e cittadini."Quest’anno - ha detto oggi il presidente dell'Anmil, Zoello Forni, in occasione della presentazione dell'evento - per promuovere la Giornata abbiamo realizzato una campagna di sensibilizzazione composta da tre spot, che viene trasmessa dalle principali emittenti televisive nazionali e locali". La campagna, realizzata dal regista Marco Toscani, si intitola 'Non raccontiamoci favole' e mira a comunicare con ironia e delicatezza l'importanza della salute e della sicurezza sul lavoro attraverso brevi scene ispirate ad alcune tra le favole più famose, in chiave lavorativa: Pinocchio, La bella addormentata, Peter Pan e Capitan Uncino. Gli spot sono accomunati dallo slogan 'Non raccontiamoci favole... sul lavoro non c’è sempre il lieto fine'. "Un modo per dire - spiega - con una punta di amarezza, che nella realtà gli incidenti sul lavoro hanno finali tutt’altro che favolistici. Per sottolineare la valenza universale di questo drammatico tema, gli spot sono stati tradotti in diverse lingue: italiano, inglese, spagnolo e giapponese". "Crediamo sia urgente - afferma Zoello Forni - la promozione di una forte campagna di sensibilizzazione a livello nazionale. Iniziative come quella dell’Anmil, pur positive e utili, rappresentano solo un piccolo contributo all’informazione sul tema degli infortuni e delle malattie professionali, ma non possono sostituirsi a messaggi di più ampio respiro che solo la voce autorevole delle nostre istituzioni può efficacemente veicolare. Allo stesso tempo, la sensibilizzazione dovrebbe essere rivolta direttamente alle aziende, attraverso un piano straordinario che preveda anche il coinvolgimento di volontari in qualità di consulenti, che possano fornire un aiuto vero, partecipato e di impatto, che vada oltre l’assolvimento delle norme e la regolarità burocratica". Da subito, poi, avverte, "dobbiamo lavorare per il rafforzamento delle iniziative di formazione e informazione nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di integrare in ogni attività scolastica specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 11 del decreto 81/2008". "Parallelamente, dobbiamo fare di più sul fronte della tutela delle vittime di infortuni e malattie professionali. Non possiamo dimenticare che attualmente la relativa disciplina è contenuta in un Testo unico emanato nel 1965, che ha riordinato normative anche più datate", aggiunge. "In quegli anni - sottolinea il presidente dell'Anmil - la società e il mondo del lavoro erano ben diversi da quelli odierni, con la conseguenza che oggi dobbiamo fare i conti con istituti obsoleti e con una tutela che non può più rispondere alle reali esigenze degli infortunati e delle loro famiglie. Per questo l’Anmil ritiene sia giunto il momento per una generale riforma dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, che sappia rendere la tutela più aderente al mondo di oggi, guardando al futuro". Il fenomeno infortunistico in Italia continua a presentare numeri preoccupanti e a costare ogni anno troppe vite umane: per questo l'Anmil ritiene urgente la promozione di una forte campagna di sensibilizzazione a livello nazionale in tema di prevenzione di infortuni e malattie professionali, attraverso la quale possano essere messi in risalto la gravità del fenomeno infortunistico e i costi sociali e umani che ne derivano, con l’autorevolezza che può venire solo dalle istituzioni dello Stato.Allo stesso tempo, secondo l'Anmil, la sensibilizzazione dovrebbe essere rivolta direttamente alle aziende, attraverso un 'piano straordinario' che preveda anche il coinvolgimento di volontari in qualità di consulenti, che possano fornire una formazione vera, partecipata e di impatto, che vada oltre l’assolvimento delle norme e la regolarità burocratica.E' necessario, poi, proporre una formazione non meramente normativa, ma caratterizzata da un approccio metodologico nuovo, basato su un’analisi innovativa del rischio e sul valore della testimonianza di chi ha subìto un infortunio. Da subito, inoltre, occorre lavorare per il rafforzamento delle iniziative di formazione e informazione nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di integrare in ogni attività scolastica specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 11 del decreto 81/2008.





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