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Roma, 9 dic. (Labitalia) - Sulla plastic tax, imprese e sindacati sono unanimi: "Nuove misure, ma resta l'allarme". In una nota firmata da Federazione Gomma Plastica, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, si mette nero su bianco che "le notizie sulle nuove misure da applicare agli imballaggi, i cosiddetti Macsi in materie plastiche, non sono affatto rassicuranti"."L’imposta rimane fissata a 0,50 euro al chilo: una somma comunque esorbitante -avvertono imprese e sindacati interessanti dalla misura- se si considera che le più comuni materie plastiche ne costano 0,80. Invariato anche l’impianto fiscale: un’imposta di consumo, di complicata gestione, gravata da un sistema sanzionatorio rischiosissimo (fino a 10 volte l’imposta non versata) e incontrollabile per eventuali esenzioni (mancano i più elementari criteri di verifica)".Dunque, dicono, "l’allarme tra le 3.000 imprese del settore e i loro 50.000 lavoratori rimane altissimo". "Dal 15 ottobre scorso, quando il governo ha annunciato la misura, i rapporti con il mercato e con il sistema creditizio si sono irrigiditi: blocco degli ordini, stop agli investimenti e fortissimo rischio credito per imprese e gli investitori", ricorda la nota. "È evidente che non si tratta di microtassa, come si è dato ad intendere, né di tassa etica dato che le materie plastiche hanno un bilancio ambientale ben più favorevole di quello di altri materiali: men che meno si tratta di una tassa contro le multinazionali dato che colpisce migliaia di piccole e medie imprese", sottolineano imprese e rappresentanti dei lavoratori."Il governo dovrebbe stralciare questa misura dalla legge di Bilancio e proseguire rendendo costruttivo e strutturale il dialogo con aziende e organizzazioni sindacali per assecondare i miglioramenti, già in atto, e per minimizzare l’impatto ambientale. Una politica veramente circolare potrà infatti produrre effetti positivi all’industria, all’occupazione e all’ambiente", chiedono nella nota i firmatari."Il Paese e questa industria hanno urgente necessità di politiche incentivanti e di impianti di recupero e riciclo degni di tal nome e non di altre tasse che avrebbero come unico effetto un ulteriore caduta dei consumi interni e del Pil", concludono.




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