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Roma, 18 apr. (Labitalia) - Negli Stati Uniti le donne americane l'hanno celebrata il 4 aprile. In Europa non c'è una data unica ma nei diversi Paesi si tengono eventi e conferenze per sensibilizzare la popolazione sul tema: è l'Equal Pay Day, il giorno della parità salariale, quello in cui le donne americane, dopo aver lavorato 15 mesi invece dei 12 dei colleghi maschi, portano a casa lo stesso stipendio. Secondo i dati ufficiali del governo Usa, la differenza fra i salari delle donne e quelli degli uomini a parità di mansione è del 20,4%. Dal 2011 anche la Commissione europea ha deciso di promuovere l'iniziativa sulla parità salariale, alla quale hanno già aderito 17 paesi dell'Unione. Secondo i dati della Commissione europea, le donne guadagnano il 16% in meno degli uomini (reddito medio lordo orario dei lavoratori pieno e part-time, Eurostat, 2014). Ciò significa che, al fine di guadagnare la stessa cifra nel corso della sua vita, una donna dovrebbe lavorare dieci anni in più di un uomo, a parità di mansioni, o iniziare a lavorare dieci anni prima.Molte le iniziative anche in Italia. In occasione dell'Equal Pay Day, la Commissione provinciale per le Pari Opportunità di Bolzano organizza per venerdì 21 aprile una giornata dal titolo 'Gli stereotipi di genere e le loro conseguenze su scelta professionale e retribuzione' (obiettivi e programma saranno presentati domani dall'assessora provinciale alle Pari Opportunità, Martha Stocker).Eventi di sensibilizzazione sul tema del divario retributivo tra uomo e donna si sono tenuti già in altre località come Monza e Trieste e altri ancora sono in preparazione. Le differenze di paga tra uomini e donne, nei vari Stati membri europei, sono grandi. In Polonia, Malta, Slovenia, Italia e Lussemburgo, la differenza di retribuzione è inferiore al 10%, mentre nella Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania e Austria, il divario raggiunge oltre il 20%. Nel Belgio il gap salariale uomo-donna è del 10%, nei Paesi Bassi il 16%, in Francia del 15% e del 18% nel Regno Unito (ex membro Ue).All'Estonia va la maglia nera con il 28% in meno nella busta paga delle donne.





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