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Roma, 19 dic. (Labitalia) - Durante le festività natalizie, siamo abituati a immaginarli addobbati con luci e colori, ma quest’anno gli alberi fanno parte di un progetto che va oltre e che fonde tecnologia, scienza, musica e arte in qualcosa mai visto prima. È questa la chiave del duplice progetto che vede come protagonista, unico caso in Italia, la Foresta di Piegaro in Umbria, di proprietà della famiglia Margaritelli. Un percorso iniziato un anno fa che mette la tecnologia al servizio del pianeta. A partire dal progetto scientifico Trace (Tree monitoring to support climate adaptation and mitigation through Pefc certification), ovvero lo studio internazionale che permette di conoscere lo stato di salute dei boschi monitorando i disastrosi effetti del cambiamento climatico, nato in collaborazione con Pefc Italia, ente normatore della certificazione di gestione del patrimonio forestale e la fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), che studia in particolare le condizioni di salute degli alberi, il livello di inquinamento ambientale e gli sviluppi del riscaldamento della Terra. Così gli alberi della Foresta di Piegaro, 146 ettari certificata Pefc di proprietà della stessa famiglia Margaritelli, grazie a un sistema di ultima generazione Tree Talker basata sull’IoT (Internet of Things), hanno iniziato a parlare fornendo dati sui diversi parametri eco-fisiologici. La sperimentazione Trace vede la partecipazione anche di altri paesi quali Cina, Russia, Spagna e adesso anche l’Italia: da una parte, permette di gestire correttamente il patrimonio boschivo e, dall’altra, grazie all’impiego dell’innovazione, raccoglie informazioni e dati su ciascun albero utile a comprendere anche il processo di riscaldamento della Terra. Ma come funziona esattamente Tree Talker? Il Bosco di Piegaro, insignito nel 2017 con il Premio internazionale di ecologia umana, si compone di 36 alberi di cerro, carpino e douglasia e per questo studio è stato diviso in 3 differenti aree di qualche centinaio di metri quadrati ciascuna: una parte forestale a conifere, una a latifoglie, mentre il terzo gruppo di alberi si trova nell’impianto di arboricoltura da legno. Ogni pianta ha sul tronco un dispositivo con dei sensori che trasmette informazioni su quanta acqua riesce a prendere dal suolo, accrescimento del diametro, qualità e colore del fogliame con cui scoprire se la pianta sta crescendo bene oppure se è affetta da qualche malattia, respirazione, assorbimento del carbonio e dettagli specifici su salute e mortalità della pianta. Nei racconti di fantasia la foresta, spesso, è custode di segreti, un luogo magico in cui avventurarsi che diventa, all’occorrenza, un rifugio sicuro e Piegaro, per certi aspetti, racchiude un po’ questa magia dove gli alberi non solo 'parlano' ma sono anche creatori di musica. Numerosi studi, infatti, rivelano che le piante cantano e le loro melodie sono la voce di un mondo lontano, nascosto. E sembra proprio così nella foresta di Città della Pieve, dove la famiglia Margaritelli ha concesso al sound artist Federico Ortica di trasformare il bosco in un originale palcoscenico per un’inedita installazione sonora multisensoriale. L’iniziativa rientra nel progetto 'Natural Genius' della famiglia Margaritelli, che punta a creare una connessione tra la prospettiva ecosostenibile e la potenzialità compositiva della foresta in sé. Sono tanti i professionisti provenienti da diversi campi artistici che hanno aderito a questo programma, accomunati dall’amore per il legno, importante risorsa naturale per l'uomo e per il pianeta. Primo capitolo di questo lungo racconto è la performance artistica di Federico Ortica intitolata 'ResonaTrees', frutto di un lavoro di ricerca durato sei mesi dove gli alberi della foresta di Piegaro sono diventati lo strumento di diffusione con cui produrre una forma di comunicazione bioacustica. Gli alberi, dunque, sono delle grandi antenne, dei ricettori sensibilissimi che captano eventuali variazioni dell’ambiente circostante come, ad esempio, percentuale di umidità, acqua, temperatura, stagione dell’anno; tutti fattori che influiscono sul suono. L’artista è riuscito a catturare il suono della pianta attraverso dei trasduttori applicati sul tronco e sui rami. La foresta, per Federico Ortica, è diventata lo spazio sonoro con cui creare una touch experience dove le risonanze degli alberi, veri e propri generatori di onde acustiche, si diffondono creando fasce sonore nello spazio e affascinanti illusioni acustiche. Una volta registrato, il materiale sonoro primario è stato lavorato elettronicamente e integrato con suoni sintetici. L'approccio all'opera multisensoriale e multidimensionale crea un soundscape originale, perché permette non solo di ascoltare ma anche di 'abbracciare' la sorgente sonora, entrando in contatto con la parte primordiale del suono: la vibrazione. "Il progetto nasce dal mio interesse per le risonanze acustiche di materiali, su cui lavoro ormai da alcuni anni. L'idea parte proprio da questa mia attenta ricerca: in ResonanTrees utilizzo gli alberi come corpi risonanti creando una dimensione aumentata del paesaggio naturale", dichiara Federico Ortica, le cui installazioni, infatti, si basano sulla creazione di ambienti sonori che utilizzano materiali come acciaio e legno per la diffusione del suono, creando dei legami fra la risonanza dell'oggetto e il paesaggio naturale che lo circonda, uno stretto legame fra geofonia, paesaggio sonoro e suono sintetico.Il video che restituisce con suoni e immagini questo affascinante progetto, 60 secondi di puro coinvolgimento emotivo, è diventato protagonista di una campagna che Listone Giordano ha portato avanti in centinaia di sale cinematografiche italiane per sottolineare il connubio tra creatività e sostenibilità. L’azienda, grazie anche alla sua Fondazione Guglielmo Giordano, è da sempre impegnata nella promozione delle arti in ogni forma e, a proposito di foresta, ne gestisce anche una in Francia, a Fontaines, dove prosegue la propria filosofia di un’economia sostenibile.





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