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Roma, 17 ott. (Labitalia) - Le parti sociali dei settori chimico e farmaceutico, Federchimica, Farmindustria e Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, hanno sottoscritto oggi un Patto per promuovere innovazione, produttività, occupabilità e responsabilità sociale, confermando così la piena disponibilità delle parti al dialogo e al confronto continuo, elementi chiave per negoziati di successo che hanno caratterizzato tutti i rinnovi del di settore. “In una fase di profondi cambiamenti per il sistema chimico-farmaceutico -dichiara Paolo Lamberti, presidente Federchimica- la sottoscrizione di questo Patto è la riprova di un modello di relazioni industriali moderno, partecipativo ed efficace, caratterizzato da senso di responsabilità, da credibilità reciproca e da un atteggiamento pragmatico nella ricerca di soluzioni negoziali utili per il settore e coerenti con gli indirizzi confederali. Questo Patto conferma anche la forte propensione delle parti sociali del settore a promuovere insieme la sostenibilità, nella sua dimensione sociale, ambientale ed economica”.“La qualità delle risorse umane è il primo fattore di attrattività del nostro Paese - afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria - ed è quindi fondamentale per la crescita. Per questo vogliamo continuare a investire, in un confronto costante e propositivo con le parti sociali, per rilanciare la nostra capacità di contribuire ancora di più alla ripresa economica dell’Italia. Occupazione qualificata, e per buona parte ‘rosa’, produzione, export, investimenti in R&S e in fabbriche sul territorio, welfare: tutti punti di forza di un’industria che è un fiore all’occhiello del Paese. E vuole continuare a esserlo facendo leva su innovazione e internazionalizzazione”.Operativamente, il Patto prevede un percorso congiunto, da realizzarsi nell’ambito di eventi specifici, di gruppi di lavoro paritetici e di sessioni allargate dell’Osservatorio nazionale sul territorio considerato uno strumento fondamentale di formazione e partecipazione. Proprio in questo ambito non negoziale, infatti, sono state concepite le più significative scelte contrattuali della categoria e si è consolidato un principio vincente per la negoziazione: partire da una conoscenza condivisa come base per relazioni industriali efficaci e costruttive. L’industria chimica e l’industria farmaceutica in questi anni di crisi hanno dato un contributo positivo all’economia del Paese e sono perciò in condizione di sfruttare al meglio le opportunità della ripresa. E sono in grado di misurarsi con le sfide future in ambiti quali Industria 4.0, produttività e occupabilità, sicurezza, welfare, salute e ambiente.“Condizione primaria per fronteggiare il nuovo contesto economico - sottolinea Marco Colatarci, vicepresidente Federchimica con delega alle Relazioni Industriali - è un quadro di riferimento istituzionale più favorevole, che riconosca quanto la competitività delle imprese sia sempre più condizionata da fattori esterni, che possono essere meglio affrontati anche con il supporto delle parti sociali attraverso relazioni industriali collaborative e propositive per tutti gli ambiti dove si costruisce la competitività, non solo per quello del rapporto tra capitale e lavoro”.“L’industria vive un momento di grande trasformazione -aggiunge Antonio Messina, delegato per i rapporti sindacali di Farmindustria - grazie all’arrivo di prodotti fortemente innovativi e ai trend di Industria 4.0, che sono già una realtà nelle nostre imprese. Per concretizzare le enormi potenzialità di crescita che derivano da questi fenomeni, alla capacità di generare in maniera condivisa nuovi prodotti si deve accompagnare l’innovazione dei processi, anche nell’organizzazione del lavoro e delle competenze. E questo dà alle relazioni industriali un ruolo ancora più strategico”.I nuovi sistemi produttivi e le nuove sfide che la competitività pone ad aziende e lavoratori richiedono una rapida evoluzione delle relazioni industriali, che non devono quindi limitarsi a regolare i rapporti tra le parti nell’ambito della usuale attività lavorativa, ma sempre più accompagnare lo scenario futuro e le rapide trasformazioni che le imprese e il mondo del lavoro devono affrontare.Relazioni industriali, quindi, che si confermano come strumento di innovazione, a sostegno dello sviluppo e della crescita del sistema delle imprese nel nostro Paese, anche nell’ottica della sfida globale.




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