Roma, 8 gen. (Labitalia) - I viaggiatori d’affari italiani abituali sono disposti a dire addio alla loro privacy in cambio di un'esperienza personalizzata. Infatti, il 79% dei viaggiatori italiani sarebbe disposto a condividere le proprie abitudini come consumatore per ottenere servizi personalizzati attraverso notifiche sul proprio cellulare. Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nell’edizione 2017 del rapporto Wanup - il primo club di fedeltà alberghiera che riunisce hotel indipendenti di qualità e rinomate catene alberghiere in un’unica alleanza globale - 'Fedeltà nel settore dei viaggi', la prima indagine che mira ad analizzare l’impatto dei programmi di fedeltà alberghiera e le preferenze e i desideri dei viaggiatori italiani.Lo studio ha analizzato diverse aree tematiche, tra cui i criteri alla base della selezione dell’alloggio quando si viaggia per motivi di lavoro, il grado di soddisfazione nei confronti dei programmi di fedeltà alberghiera e dei loro benefici, gli incentivi che spingono i viaggiatori d’affari italiani a far parte di un programma di fedeltà, i profili dei viaggiatori d’affari italiani, l’uso della tecnologia durante i viaggi d’affari e l’evoluzione dei programmi di fedeltà alberghiera secondo i bisogni dei viaggiatori e le abitudini di consumo.Il fattore cui viene data più importanza al momento della scelta di un hotel per un viaggio di lavoro è la vicinanza al luogo della riunione, con un punteggio di 7,6 su 10. In linea con l’emergente trend dei viaggi 'bleisure', il secondo fattore più importante è la prossimità della struttura al centro della città (con una media di 7,3 su 10). Nel momento di prenotare un hotel, il 60,9% degli intervistati dà grande importanza al punteggio dell’hotel, alle valutazioni degli ospiti e alle foto. Il 23,2% dichiara di prestare attenzione solo alle recensioni degli altri ospiti, mentre una percentuale molto piccola di viaggiatori guarda solo le fotografie (6,8%) o solo il punteggio dell’hotel (6,5%). Il 54,6% dei viaggiatori d’affari abituali italiani dichiara di essere membro di un programma di fedeltà alberghiera, contro il 45,4% che dichiara di non farne parte.Tra coloro che fanno parte di un programma di fedeltà alberghiera, il 36,3% afferma di essere registrato a 1 solo programma, il 41,5% dichiara di appartenere a 2 programmi, il 13,7% è iscritto a 3 programmi e l’8,4% di essere addirittura membro di oltre 3 programmi di fedeltà alberghiera. Inoltre, il 60,8% si dichiara molto soddisfatto del proprio programma di fedeltà principale e l’81% sente che l’hotel gli fornisce un servizio personalizzato in quanto membro del suo programma di fedeltà alberghiera. Nonostante questo, il 25,9% dichiara di aver avuto difficoltà a utilizzare i punti o i benefici concessi dal proprio programma di fedeltà alberghiera.Per la maggior parte degli intervistati che hanno dichiarato di non essere registrati ai programmi di fedeltà alberghiera, il motivo principale è perché non gli piace soggiornare sempre nello stesso hotel o nella stessa catena (40,9%). Tuttavia, il 56,7% afferma che aderirebbe a un simile programma qualora, al momento del check-in, l’hotel offrisse voucher in denaro da utilizzare per future prenotazioni o altri benefici da usare in hotel. Infine, l’84,6% aderirebbe a un programma di fedeltà qualora l’hotel conoscesse le proprie esigenze personali.Interrogati sulle attività che i viaggiatori d’affari italiani preferiscono fare durante il tempo libero dei loro viaggi di lavoro, il 56,4% ha indicato la cultura, per visitare musei, teatri, arte, giri in città ed eventi locali; seguito dalla cucina (49,1%) per provare i migliori ristoranti della città e la cucina locale; la moda (31,8%), per fare shopping e scoprire luoghi trendy o il design locale; la vita notturna (31,8%), come eventi, musica dal vivo, bar e locali; e il benessere (31%), per fare sport e altre attività salutari. Non stupisce che gli italiani si identificano maggiormente col profilo del viaggiatore che lavora duro e si diverte, cercando di fare più esperienze possibili al di là del lavoro nel poco tempo a disposizione (38,6%). Segue il dipendente dalla tecnologia (18,6%), che usa il cellulare per controllare tutto ciò che riguarda il viaggio e organizza tutto tramite app; il viaggiatore 'bleisure' (17,4%), che cerca sempre di restare anche per il fine settimana successivo al viaggio per esplorare il posto; il viaggiatore alla ricerca di uno status (17,1%), che apprezza ricevere un trattamento speciale insieme a vantaggi e benefici durante il viaggio d’affari; e l’esperto in programmi a punti (8,3%), che approfitta al massimo dei punti ed è consapevole del potenziale di questo sistema.“Le nuove tecnologie e le richieste dei nativi digitali hanno costretto l’industria dell’ospitalità ad affrontare nuove sfide e cogliere nuove opportunità digitali che si riflettono quindi nei programmi di fidelizzazione alberghiera e nelle abitudini degli utenti”, ha dichiarato Daniele Di Bella, Chief Commercial Officer di Wanup. “Quasi il 79% dei viaggiatori d’affari abituali italiani intervistati utilizza lo smartphone per scrivere commenti o recensioni, e per condividere le proprie esperienze sui social network. Di conseguenza, le strutture alberghiere devono prestare sempre più attenzione a rendere gradevole il soggiorno dei clienti, offrendo sempre più benefici in linea con il loro stile di vita”, ha concluso.
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