Varese, 20 ott. (Labitalia) - La prospettiva di un aumento o di una riduzione della retribuzione si conferma in cima ai pensieri anche per i lavoratori del Nord-Ovest. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Randstad, secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane, in occasione dell’assegnazione del Regional Randstad Award Nord-Ovest, che ha approfondito anche il tema della flessibilità e dello smart working tra i lavoratori di questa area del paese.Un maggiore stipendio (86%) è il principale motivo, infatti, che spinge a lavorare di più, seguito a distanza dalle opportunità di carriera (37%), di sviluppo personale (23%) e maggiore influenza all’interno dell’ambiente di lavoro (16%). Solo una piccola parte aumenterebbe le ore di lavoro per migliorare la propria autostima (10%) e per fuggire dalla routine domestica (4%).Invece, le principali motivazioni per diminuire l’orario di lavoro sono il bisogno di ridurre lo stress e di avere più tempo a disposizione per dedicarsi alle proprie passioni o alla famiglia. Nel dettaglio, il 75% lo farebbe per avere più tempo libero in generale, mentre il 66% dei lavoratori lo farebbe per condurre una vita più sana e meno stressante. Segue un 48% che sfrutterebbe un minore impegno lavorativo per dedicarsi allo sport e coltivare un hobby e un 35% che lavorerebbe di meno per passare più tempo con i figli. Circa metà degli intervistati (il 46%) è soddisfatta del proprio attuale orario di lavoro, mentre il 44% è disposto a lavorare di più a fronte di una retribuzione maggiore. Solo il 2% accetterebbe di lavorare di più senza ricevere un aumento, mentre l’8% accetterebbe una riduzione dello stipendio, se accompagnata da una riduzione dell’orario di lavoro.Ma la flessibilità di orario piace. Quasi metà dei lavoratori del Nord-Ovest (il 48%) preferirebbe lavorare con un orario diverso ogni giorno, il 15% più ore al giorno per meno giorni alla settimana e l’8% vorrebbe lavorare più giorni una data settimana e meno giorni quella successiva, soltanto il 28% degli intervistati resta affezionato alla settimana di lavoro standard.Per quanto riguarda lo smart working, invece, il 40% del campione preferirebbe lavorare a distanza occasionalmente, il 21% lavorerebbe a distanza un numero fisso di giorni alla settimana, mentre l’11% vorrebbe addirittura lavorare sempre a distanza. Solo il 26% preferirebbe restare in ufficio.
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