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Sciacca (Ag), 16 giu. (Labitalia) - In Sicilia le libere professioni rappresentano l’unica tipologia di occupazione in crescita. E' questa la fotografia scattata dall'osservatorio statistico dei consulenti del lavoro nel rapporto 'Gli occupati in Sicilia durante la grande crisi e la reattività delle professioni', illustrato oggi a Sciacca (Ag) in occasione della terza edizione del Premio Cumbo, istituito dalla consulta degli ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia e assegnato ogni anno al miglior candidato agli esami di stato per l'esercizio di questa professione. Rispetto alle altre forme di lavoro indipendente, che tra il 2008 e il 2016 hanno subito riduzioni superiori al 10%, l’incremento di questo comparto professionale è pari a 196 mila occupati (+18%). A ricoprire una quota rilevante di questo aumento le professioni ordinistiche, che ancora rappresentano un’alternativa valida per fare carriera. Il crollo della domanda di lavoro dipendente durante gli anni della grande crisi (2008-2014) ha spinto molti siciliani, spiegano i consulenti del lavoro, a rimettersi in gioco sfruttando il titolo di studio o le competenze specialistiche maturate in percorsi di formazione o sul campo. Al primo posto nella classifica dei liberi professionisti di età compresa tra i 15 e i 64 anni ci sono gli specialisti in scienze giuridiche, avvocati e notai, che rappresentano il 23,6% sul totale dei professionisti siciliani ed il 15,4% sul totale di quelli italiani. A seguire troviamo architetti, paesaggisti e specialisti del recupero e della conservazione del territorio, che in Sicilia registrano una percentuale più elevata di quella che si riscontra a livello nazionale: 8,1% contro il 7,3%. Medaglia di bronzo, invece, per ingegneri e medici, che rappresentano nella stessa percentuale il 7,8% dei liberi professionisti siciliani mentre a livello nazionale sono i medici a prevalere (7,6% contro il 5,2% degli ingegneri). Al quarto posto troviamo i tecnici della distribuzione commerciale (7,4%), in prevalenza agenti o rappresentanti di commercio, che occupano invece il terzo posto nella classifica italiana (10,4%).Il titolo di studio, spiegano i consulenti del lavoro, continua a pagare: sono i professionisti siciliani e italiani in possesso del diploma di laurea ad avere più chance in termini di occupazione. Questo evidenzia alcuni aspetti già presenti nella società e nell’economia regionale, strettamente correlati a quanto è avvenuto negli ultimi due anni nel territorio siciliano e che riflettono in piccola misura quanto si palesa anche nel resto d’Italia.Un primo aspetto, spiegano i professionisti, riguarda la reazione dei siciliani alla crisi e ai licenziamenti, soprattutto nel settore manifatturiero. Alcuni lavoratori con alte competenze, trovandosi senza occupazione, hanno fatto leva sulla loro professionalità e si sono rimessi in gioco come liberi professionisti. Il secondo aspetto, invece, consiste nella capacità di resilienza che è propria dei liberi professionisti: questi, infatti, sembrano più di altri capaci a fronteggiare i cambiamenti indotti dal mercato del lavoro.La voglia di autonomia, le competenze professionali e la flessibilità - sviluppata per fronteggiare numerosissimi adempimenti e scadenze fiscali da rispettare - diventano così le peculiarità del libero professionista, una figura, spiega la ricerca dei consulenti del lavoro, in grado di rendere dinamico il mercato del lavoro, di creare opportunità e di rispondere alla domanda di innovazione delle imprese. In conclusione, il rapporto mette in luce come la crisi nell’isola abbia determinato la necessità di ripensare agli elementi su cui si basa la stessa economia siciliana, puntando in primo luogo sull’industria manifatturiera, senza tralasciare l’agricoltura, la pesca e il turismo, con un occhio di riguardo per l’innovazione tecnologica.





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