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Roma, 12 dic. (Labitalia) - L’innovazione tecnologica e le nuove esigenze di lavoratori e imprese stanno portando al superamento dell’idea che la giornata lavorativa inizi la mattina in ufficio e si concluda con l’uscita pomeridiana dall’azienda, tenendo conto del diritto al riposo e alla disconnessione. Per incentivare un maggior utilizzo dello smart working, che oggi in Italia interessa oltre 305mila lavoratori, e rendere più comprensibili i benefici derivanti dalla sua attuazione, ci sono azioni che potrebbero essere introdotte a livello normativo per supportare efficacemente quanto previsto dalla legge e adattarla ai cambiamenti culturali e tecnologici in atto.E' quanto emerge dal report 'Smart working ed evoluzioni normative', redatto da Jobsinaction e presentato oggi nella sala Koch del Senato, fa il punto sulle evoluzioni normative applicate a lavoratori e imprese partendo dai dati dell'Osservatorio Smart Working 2017 del Politecnico di Milano. "Sono più di 305.000 i lavoratori in Italia che grazie ad accordi con le aziende, possono scegliere dove, quando e come lavorare: si tratta di impiegati, quadri e dirigenti che lavorano in aziende pubbliche o private con più di 10 dipendenti”, ha dichiarato Fiorella Crespi, direttore dell’Osservatorio. Dal report emerge la necessità di promuovere a livello contrattuale un modello di organizzazione spazio-temporale innovativo del lavoro attraverso nuovi approcci manageriali, di gestione delle risorse umane e di flessibilità degli orari di lavoro più orientata a limiti di orario settimanale e non giornaliero. Queste proposte ridefinirebbero i confini stessi dell’organizzazione del lavoro, configurando un nuovo modo di concepire mansioni, compiti e la giornata lavorativa andando a valorizzare i risultati dello svolgimento dell'attività, piuttosto che le ore impiegate per realizzarla. "Obiettivo centrale, oggi, diventa quello di incoraggiare lo sviluppo dello smart working attraverso politiche ad hoc, pensate per il raggiungimento dell’inclusione sociale per aumentare la partecipazione nel mercato del lavoro anche delle persone con disabilità e per aiutare la conciliazione lavoro famiglia", ha affermato Annamaria Parente, capogruppo Pd in commissione Lavoro del Senato e promotrice dell'iniziativa."Il diffondersi di questa modalità di lavoro -ha continuato Parente- ci pone inoltre difronte all'obiettivo di potenziare la cura e il riconoscimento delle competenze. È una grande sfida che passa per il rafforzamento dell'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro". Le aziende per essere competitive e sperimentare nuove forme e modalità di lavoro avranno sempre più bisogno di lavoratori e lavoratrici 'digitali'."In Microsoft abbiamo introdotto lo smart working oltre 10 anni fa: questo ci ha consentito di organizzare il lavoro in modo più flessibile e attento alle responsabilità dei singoli. Il 79% dei dipendenti dichiara infatti di essere più produttivo, mentre per l’80% di noi è migliorato il worklife balance. Ci auguriamo che siano sempre più numerose le aziende a implementare il lavoro agile e a coglierne opportunità e benefici, non soltanto in termini di innovazione e produttività, ma anche in direzione di una maggiore inclusione della diversità, prerequisito per la crescita delle imprese", ha spiegato Silvia Candiani, amministratore delegato Microsoft Italia. "La standardizzazione dei processi e la possibilità di operare all’interno di un’organizzazione snella, ovunque ci si trovi, non rappresentano più una scelta ma una necessità. Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione culturale: passiamo dalla logica della presenza fisica a quella degli obiettivi, nata per aiutare le persone a lavorare in maniera efficiente e integrata", ha commentato Andrea Ciccolini, vicepresidente & Cio, Whirlpool Emea. "La relazione qui si fonda sulla fiducia, che è alla base dello smart working. In Italia, a partire dal primo trimestre 2018, lanceremo un progetto pilota che guiderà la trasformazione per l’intera area Emea e si basa sull’applicazione dello smart working per tutti i nostri dipendenti operativi nelle sedi direzionali e amministrative", ha concluso Ciccolini."Una legge giovane che permette di stare in connessione con un mondo dinamico. Ci consegna degli strumenti importanti, ma la transizione verso una reale applicazione dello smart working deve essere armonizzata con i bisogni delle persone", ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. "Maggiore integrazione e sostenibilità con le esigenze delle persone -ha proseguito Poletti- diventano centrali insieme alle competenze e al diritto alla disconnessione".





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