Roma, 20 lug. (Labitalia) - In Italia, nove utenti della Rete su dieci si dicono spaventati dai recenti attacchi terroristici a tal punto da decidere di modificare le proprie abitudini di viaggio o di partecipazione a grandi eventi pubblici come concerti e partite di calcio. Rispetto al 2016, la percentuale dei turisti online che potrebbe essere influenzata dal rischio attentati nella scelta delle proprie vacanze è cresciuta del 45%, rappresentando il 91% del totale. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Reputation Manager, principale istituto italiano di analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha analizzato le conversazioni online degli utenti per capire quanto i recenti attacchi terroristici abbiano modificato il rapporto degli italiani con le vacanze e i grandi eventi pubblici come concerti, eventi sportivi o fiere.La ricerca è stata realizzata analizzando oltre 1.600 contenuti web, con particolare attenzione ai contenuti Ugc (User Generated Content), cioè quelli generati dagli utenti come commenti a post/articoli, blog, forum, portali di opinioni.Nel corso della prima analisi, condotta nel primo semestre 2016, la Rete era sostanzialmente divisa in modo equo tra chi dichiarava di non lasciarsi condizionare dall’allarme terrorismo (54%) e chi, al contrario, ne teneva conto (46%) nella pianificazione delle proprie vacanze o nel valutare la possibilità di prendere parte a manifestazioni o eventi pubblici.La situazione si è completamente ribaltata nei primi sei mesi del 2017, con la percentuale degli 'ottimisti' scesa ad appena il 9%, mentre quella di coloro che hanno dichiarato di lasciarsi influenzare dall’allerta terrorismo è cresciuta fino al 91%.In altre parole, più di nove italiani su dieci temono nuovi attacchi e sulla base di questo potrebbero modificare le proprie abitudini di comportamento. In particolare, il 67% dei contenuti è focalizzato sul tema del turismo vacanziero e culturale, mentre il restante 33% sulla possibilità di partecipare a manifestazioni e, più in generale, a eventi pubblici. “Fatti come l’attacco durante il concerto di Ariana Grande a Manchester e l’intensificazione delle misure di sicurezza in occasione di eventi come il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma - dichiara, Andrea Barchiesi, Ceo e fondatore di Reputation Manager - hanno contribuito a creare un senso di insicurezza fra gli utenti: infatti il 32% comunica la propria paura sul web con un impatto emotivo alto, cioè si esprime animatamente, in modo caldo e concitato. Inoltre, abbiamo osservato che spesso la paura si trasforma in rabbia generalizzata contro il governo". Tra coloro che non sono spaventati dal rischio attentati (9%), troviamo chi attribuisce ai media la causa di tanto allarmismo, chi vede nella crisi economica la vera causa della diminuzione dei viaggi effettuati per turismo e chi ritiene giusto l’aumento dei controlli di sicurezza, purché non generino panico diffuso.La percezione è diametralmente opposta per quel 91% spaventato dal rischio terrorismo a tal punto da modificare le proprie abitudini di comportamento e le proprie scelte. Troviamo, infatti, chi dichiara disertare gli eventi pubblici o esorta a farlo, chi manifesta timore all’idea di viaggiare insieme a persone straniere, così come c’è chi punta il dito contro i promotori della manifestazione pro immigrati o chi lamenta gli scarsi controlli effettuati negli aeroporti o, più in generale, la qualità dei controlli.
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