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Lega in piazza l'8 dicembre a Roma. Lega, l'Alberto da Giusanno per ora resta

"Abbiamo fissato per l'Immacolata, sabato 8 dicembre, un appuntamento a Roma, in piazza del Popolo, con tutti gli italiani che ci sostengono e che vorranno esserci vicini in questa bella avventura di liberazione, di coraggio, di onestà, di crescita, di futuro". Ad annunciarlo è il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha aggiunto che la Lega parteciperà con il suo nome e il suo simbolo. Lo slogan, ha aggiunto Salvini al termine del consiglio federale del Carroccio, sarà "prima gli italiani" e ha concluso: "L'8 in piazza c'è la Lega con l'Albertino, con i nostri sindaci".

 


Il massimo organo politico della Lega non ha discusso di cambiamenti al simbolo o al nome del partito e non si è parlato nemmeno dell'ipotesi di un congresso straordinario. Per il momento, quindi, rimangono sia l'Alberto da Giusanno nel logo sia lo statuto del partito. "Abbiamo parlato di elezioni europee, siamo il partito di riferimento di tutti i partiti sovranisti d'Europa. E' un momento storico per l'Italia e per la Lega", ha detto Salvini al termine del Consiglio federale del partito nella sede di via Bellerio a Milano. "Non ci sono né ci saranno congressi, non cambiamo simbolo, Alberto da Giussano resta dov'è", ha aggiunto. Alle Europee del 2019, ha chiarito Salvini, la Lega andrà con il simbolo con cui si è presentata alle Politiche, all'interno del quale è raffigurato il tradizione guerriero, Alberto da Giussano. La Lega nazionale, ha ricordato il segretario, esiste 'de facto' ed è una scelta politica da cui non è possibile tornare indietro.

Oltre alla manifestazione dell'8 dicembre, il Consiglio federale della Lega ha analizzato gli ottimi risultati elettorali in Trentino Alto Adige e in particolare ha discusso della situazione internazionale con gli attacchi dell'Unione europea alla manovra e la tensione sui mercati finanziari. Salvini e Giorgetti - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - hanno esortato il partito ad andare avanti con la linea della fermezza con Bruxelles, senza alzare eccessivamente i toni dello scontro, ma senza nemmeno ipotizzare modifiche alla Legge di Bilancio, come richiesto invece dalla Commissione Ue. "Non commento gli altri. Sono convinto della bontà delle scelte di questo governo. Se qualcuno pensa di speculare con lo spread o usando altro, sappia che c'è un Paese pronto a rispondere. Non torneremo indietro di mezzo millimetro", ha detto Salvini commentando le parole del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, contro il presidente della Bce, Mario Draghi.

Il ministro dell'Interno e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio hanno anche spiegato che il governo italiano, coeso, ha una forza decisamente superiore rispetto a quella dell'Unione europea, considerando soprattutto le elezioni per il Parlamento Ue tra pochi mesi (e il probabile terremoto politico nelle urne) e il forte endorsement ricevuto dall'esecutivo Conte da Donald Trump e Vladimir Putin. La Lega quindi non cambia nome e simbolo, torna in piazza a Roma e va avanti a testa alta nella sfida con l'Europa.

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