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“Il tempo della speranza” chiude la trilogia di Berlino

L’apprezzata autrice tedesca Brigitte Riebe conclude la trilogia dedicata alla Germania dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni Sessanta.

Abbiamo conosciuto Le sorelle del Ku’damm lo scorso anno, quando a marzo Fazi Editore ha deciso di pubblicare una trilogia a cura della scrittrice ed editor Brigitte Riebe, che ha riscosso subito un grande successo anche in Italia. Il primo volume si intitolava Una vita da ricostruire ed è stato seguito a settembre del 2021 da Giorni felici, mentre questa primavera è uscito Il tempo della speranza, che conclude questa avvincente serie tutta al femminile.

Protagoniste sono Rike, Silvie e Florentine Thalheim, tre ragazze piene di vita che in comune, oltre al cognome, hanno il desiderio di realizzare i propri sogni e diventare indipendenti in un mondo non soltanto patriarcale e maschilista, ma totalmente distrutto. La saga inizia infatti nel 1945, l’anno zero in cui a Berlino il vecchio mondo è finito: la città fuma di macerie, si abissa nella povertà e la dissoluzione del Nazismo di Hitler ha lasciato un grande vuoto, oltre a insanabili ferite. È però anche il tempo giusto per ricostruire, se si hanno le capacità e le speranze, se – come le tre sorelle – si crede in un futuro migliore.

Una vita da ricostruire
 

Il primo volume della trilogia, Una vita da ricostruire, parte proprio da questo concetto e segue nei suoi passi la sorella maggiore Rike: è lei, infatti, la prima a non scoraggiarsi e – nonostante la loro bella villa sia stata sequestrata e l’atelier di abiti bombardato – convince il resto della famiglia a rimettersi in piedi e a reagire. La passione per la moda è il fil rouge dell’intera serie, strizzando l’occhio ad altre pubblicazioni simili che raccontano le gesta di donne coraggiose, la cui fortuna è iniziata proprio in quegli anni nei settori della moda, degli accessori, dei cosmetici, della bellezza. Sono i decenni in cui nacquero i grandi imperi del fashion ed è forse anche per questo se l’avventura delle tre sorelle, tra tessuti sofisticati, salotti artistici e abiti creativi, ha subito appassionato un ampio pubblico di lettori.

Se quindi il primo libro era iniziato con l’ascesa della famiglia Thalheim in una Berlino esangue, il secondo capitolo – Giorni felici – sposta il focus sulla sorella di mezzo, Silvie, che ha sempre avuto un motto: “Vivi la vita come una danza”. Siamo ormai nel 1952 e il contesto storico, che è sempre descritto in maniera accurata e precisa, sta cambiando: in Germania esplode il boom economico e per l’attività delle tre sorelle è il momento di espandersi. Non soltanto gli ordini fioccano, ma le idee si fanno sempre più audaci, cominciando ad importare provocanti sottogonne e calze di nylon, nonché collezioni di lusso dall’Italia. Se da una parte i magazzini Thalheim sono sulla bocca di tutti i berlinesi, dall’altra lo è anche la vita senza freni di Silvie, la più audace e ribelle delle tre: passando da un amante all’altro e collezionando personaggi tanto affascinanti quanto poco affidabili, Silvie si innamora, sogna, spera, sente. È proprio il suo particolare sentire e la capacità di comprendere la vera anima delle persone che, insieme alla razionalità e al senso pratico di Rike, permetterà alle sorelle di salvare il patrimonio familiare in un momento difficile. Ancora una volta, è la rivincita delle donne sugli uomini, qui rappresentati dal fratello Oskar, che – a parte divertirsi a feste e balli fino a notte fonda – non porta un gran contributo né all’azienda né alla famiglia.

Giorni felici
 

Ed eccoci arrivati infine al terzo e ultimo volume de Le sorelle del Ku’damm: Il tempo della speranza, uscito nella primavera di quest’anno sempre per Fazi Editore con la terza sorella, Florentine, abbozzata in copertina. Delle tre, la più piccola è quella che è sempre stata meno interessata al mondo della moda e dell’imprenditoria, del successo e degli svaghi mondani. Voce fuori dal coro, Florentine è da sempre appassionata d’arte e per questo si è trasferita a studiare a Parigi. Ora è però arrivato il momento di tornare a casa, nella sua Berlino di nuovo in preda ai dissidi e alla reale possibilità di essere divisa in due, provocando così una netta frattura non soltanto nella città, ma anche tra le persone e le famiglie, proprio come la sua. È il tempo dell’angoscia, delle difficoltà da superare e delle tensioni politiche, ma è anche il tempo della speranza, quella che scaturisce proprio dai colori, dalle pennellate, dalla magia di un’opera d’arte e più in generale dalla capacità di creare che l’essere umano intrinsecamente possiede.

Commovente, ben scritto, ottimamente pensato per chiudere i fili e le sottotrame lasciate in sospeso, Il tempo della speranza è l’epilogo che tutti aspettavano con ansia e che non delude le aspettative dei suoi pazienti lettori. Chi ha già seguito le vicende delle sorelle dall’inizio sarà felice di scoprire come si concludono, mentre chi viene a conoscenza solo ora di questa trilogia potrà recuperare facilmente i tre volumi in libreria e immergersi nel mondo di Berlino e dell’alta moda, insieme alle esuberanti e talentuose sorelle Thalheim. 

Il tempo della speranza
 

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