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La donna senza nome di Eugenia Romanelli. La recensione

Di Alessandra Peluso

Dopo l’inequivocabile  e sorprendente romanzo “È scritto nel corpo”, Eugenia Romanelli pubblica “La donna senza nome”, edito da Castelvecchi Editore.
La sua inconfondibile scrittura, anticonformista, originale e coinvolgente, si propone di stupire e rapire ancora una volta con questo nuovo romanzo.
Tematiche attuali, problematiche interessanti e molto dibattute oggidì, come può essere quella di un figlio  con due mamme. Possibile, molti si chiederanno? Come può esserci amore e come cresce un figlio con una genitorialità dello stesso genere?     
Se in passato tutto ciò non risiedeva neanche nell’immaginazione, in epoca odierna questo è possibile, come sono reali ed evidenti anche i contrasti e le divergenze dell’opinione pubblica. Com’è solita fare Eugenia Romanelli, sveglia le coscienze, aggiunge del pepe nel romanzo, che diventa piccante attraverso la storia d’amore tra Emma, una ragazza con due madri, e Alberto, un velista che deve affrontare una storica traversata oceanica.
E dunque, un altro ingrediente interessante nel romanzo è appunto la misteriosa identità da scoprire ne “La donna senza nome”: Glad, una celebre artista di cui nessuno conosce la vera identità. Ma, prima di uscire di scena, Glad vuole svelare al mondo il suo segreto.
Nel romanzo - come è consono nello stile di Romanelli - non mancano i colpi di scena. È chiaro che l’autrice si propone di stupire per far emergere il dramma o la condizione che potrebbe diventare drammatica se non affrontata nel migliore dei modi possibili.
Pertanto, narrazione, cronaca, scrittrice e giornalista, convergono in un bouquet di colori e profumi intensi, lasciando una scia percepibile non solo dai sensi.
L’adrenalina dei dialoghi accompagna il lettore, il mistero, l’attesa e la scoperta costituiscono le categorie essenziali del romanzo. Si legge: «Perché di lei non si sa nulla, è incredibile. Mai un’apparizione in pubblico, nessuno ha idea di chi sia, alcuni critici sono convinti che sia un uomo, altri litigano sull’età, nemmeno craccando i database esce fuori qualcosa. Né un video, né una foto, nulla. Le sue quotazioni sono così alte per questo» (p. 55).  
Vi sono, inoltre, follia e fede  che caratterizzano il mantra del romanzo “La donna senza nome”. Una storia che indaga sulle nuove situazioni famigliari, nelle quali non ci sono più un padre e una madre secondo il disegno tradizionale e se vogliamo naturale dell’umanità.
Tuttavia, c’è molto di umano, molte le considerazioni che sorgono dopo aver letto il libro, oltre ad un intrigante interesse nel leggere il racconto.
Si legge, si riflette, ci si emoziona, stupisce; il tutto poi è condito con charme, dalla penna di Eugenia Romanelli: «L’aereo era immobile nella notte buia tra New York e Roma. I passeggeri erano immersi in un sonno intermittente, o in qualche lettura. Solo i membri italiani dell’equipaggio della Glad erano tutti svegli e parlavano concitatamente tra loro, ricordando i momenti, discutendo gli errori, a volte quasi litigando, altre invece uniti nella cattiva sorte che li aveva contrastati» (p. 162).
L’autrice, Eugenia Romanelli, per l'appunto, attraverso la scrittura, scrosta quelli che sono i luoghi comuni, mettendoli in rilievo e ponendoli come elementi di domande e possibili risposte.