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Libri & Editori
Più lontano di così di Lucrezia Lerro, un affresco poetico del Sud Italia
Lucrezia Lerro alla Palazzina dei Bagni misteriosi luglio 2019 La Milanesiana
 

Recensione di Yervant Gianikian a “Più lontano di così” di Lucrezia Lerro, La Nave di Teseo

“Più lontano di così” è l’ultimo potente e visionario romanzo della scrittrice e poetessa Lucrezia Lerro, uscito da poco per La Nave di Teseo fondata da Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco. Il libro é notevole per le digressioni che già dalle prime pagine mi ha permesso di fare, la penna di Lerro si sposta sulla pagina con una forza e un repertorio vivo d’immagini storiche, l’autrice, e lo dichiara subito, parte col raccontare fatti reali; fa delle ricerche in archivi importanti come quello di Rebibbia a Roma; narra con precisione, incredibili le pagine sul rapporto medico, lombrosiano, del cadavere, della morte di Luigi, un militare di diciannove anni della caserma Macao ucciso da una sua prozia in Piazza dell’Indipendenza con cinque colpi di pistola. Un omicidio efferato che avviene nel “51 a Roma, sei anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. E subito mi vien voglia di fare altre ricerche sull’Archivio di immagini, sui lavori cinematografici di quegli anni, di quel periodo così importante per me e Angela Ricci Lucchi, per il nostro lavoro politico di cineasti.

Ebbene, “Più lontano di così” grazie alle grandi pennellate poetiche che la sua autrice fa del Sud mi fa immaginare, mi porta lontano. Le pagine del libro mi spingono al viaggio, mi invogliano a scoprire cos’è rimasto del Sud degli anni “50... una cartolina di Cetara in un libro di Angela, e tutto mi trasporta nella direzione magistrale del racconto di Lucrezia Lerro: cosa succedeva nell’Italia del Sud nel 1951 mentre lo zio di Leda, Luigi Linzio, emigrava da un paese povero al Nord Italia? Mi colpisce ancora il Sud di Rossellini, “Viaggio in italia”, la coppia in crisi che va Laggiù per ritrovarsi nella splendida cornice della natura. Nel film si vedono folle di visi in primo piano che sono emblema della complessità di quel mondo fatto di rituali. Ecco alcune delle digressioni che mi procura “Più lontano di così”: mi vien voglia di scoprire i riti di quei luoghi misteriosi; di vedere le confraternite religiose di cui parla la nostra scrittrice anche nel suo notevole “La confraternita delle puttane.” La settimana santa densa di comportamenti e canti ancestrali, dialettali, che mi rimandano alle Crociate verso Gerusalemme.

“Più lontano di così” é un ritratto del Sud che mi coinvolge fino al punto di volerlo conoscere sempré più a fondo, perché la storia commovente e unica del romanzo di Lerro si svolge anche altrove, nelle profondità più intense del pensiero del suo autore, si snoda nella ricerca tra Roma e Milano, mentre il sud è quello della casa spoglia di Leda all’inizio, con le persone intorno.

In conclusione, ci tengo a dire, che soltanto un altro libro mi aveva appassionato così alla magia del Sud: “Cristo si è fermato a Eboli”, di Carlo Levi. Lucrezia Lerro ha la stessa forza e visionarietá di quel grande scrittore che è Levi, ma qui, in “Più lontano di così” c’è la mano del poeta e il tocco della sua poesia.

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