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Malattie rare
LAL - Intervista al Dott. Foà sul trattamento di questa forma di leucemia

Robin Foà è Professore Ordinario di Ematologia presso l'Università Sapienza di Roma, e Past-President della Società Europea di Ematologia (EHA). Lo abbiamo intervistato sul tema della leucemia linfoblastica acuta (LAL), una patologia che colpisce a qualunque età, ma che è molto più frequente nei bambini


Cosa è la LAL come si manifesta? Con quali sintomi?
E' una patologia che colpisce il midollo osseo, la sede dove si formano le cellule del sangue. Possono essere affetti pazienti di tutte le età. Nei bambini è la neoplasia più frequente mentre è rara negli adulti. I sintomi sono legati alla proliferazione di cellule ematopoietiche immature (blasti) nel midollo osseo con conseguente riduzione delle cellule ematologiche normali. Ciò porta ad una diminuzione dei globuli rossi, dell’emoglobina, dei granulociti neutrofili e delle piastrine. Da ciò spesso conseguono stanchezza, infezioni e manifestazioni emorragiche.


Come si caratterizza in particolare negli adulti? Quali le terapie migliori per i pazienti?
Negli adulti la LAL ha un andamento clinico più aggressivo e quindi i pazienti sono maggiormente sintomatici. La terapia deve mirare ad eradicare la malattia, eliminando tutti i blasti a livello del midollo osseo (dove nasce la malattia). I capisaldi della terapia sono la polichemioterapia, gli inibitori delle tirosin-chinasi per le LAL Ph+ (il sottogruppo genetico più frequente negli adulti), il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Più recentemente, si sono affacciati anche diversi anticorpi monoclonali per le LAL della linea B.
 

Cosa è Gimema? Quale in particolare il suo ruolo nel protocollo di cura per l’adulto?
Il GIMEMA – Gruppo Italiano Malattie EMatologico dell’Adulto – conduce da moltissimi anni protocolli clinici multicentrici in Italia (spesso internazionali) per il trattamento delle leucemie acute, linfoidi e mieloidi, dell’adulto. Per le LAL, è altresì in piedi da 20 anni una centralizzazione (a Roma) del materiale biologico dei pazienti. La finalità è una allargata ed uniforme caratterizzazione di tutti i casi arruolati negli studi clinici multicentrici al momento della diagnosi ed un monitoraggio della malattia durante il decorso clinico. Il fine ultimo è migliorare progressivamente la prognosi dei pazienti con LAL dell’adulto e nel contempo di offrire la migliore terapia possibile ai pazienti del nostro paese.
 

Cosa è e per cosa si usa la pegasparaginasi? 
Come detto sopra, la possibilità di cura dei pazienti con LAL, del bambino e dell’adulto, passa da sempre attraverso l’uso della polichemioterapia. Uno dei farmaci più attivi in questa patologia è l’asparaginasi, un enzima che priva le cellule leucemiche dell’asparagina e conduce a morte le cellule tumorali che necessitano dell’asparagina per crescere. La pegasparaginasi è una formulazione dell’asparaginasi legata a una sostanza - detta PEG - che permette al farmaco di rimanere più a lungo attivo nel sangue, prolungandone l’emivita (la vita media).
 

Quali sono i benefici per i pazienti? quali i possibili rischi? Perché utilizzarlo rispetto ad altre terapie?
La pegasparaginasi permette di ridurre la frequenza di somministrazione, senza diminuire l'efficacia terapeutica. Meno immunogenica rispetto alla formulazione convenzionale e quindi potenzialmente associata a meno effetti collaterali. Nei protocolli GIMEMA per il trattamento delle LAL dell’adulto viene utilizzata da tempo la pegasparaginasi. Come per tutti i farmaci, anche la pegasparaginasi (come l’asparaginasi) non è priva di effetti collaterali, soprattutto a livello epatico e pancreatico. La tossicità aumenta con l’aumentare dell’età.

Tags:
leucemia linfoblastica acuta (lla)




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