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Ascolti: Giletti come Cuccarini, i conduttori Tv lascino stare la Costituzione

Massimo Giletti si "ammala" della sindrome di Lorella Cuccarini. Costò carissima alla conduttrice della Vita in Diretta la sua dichiarazione secondo la quale le ultime elezioni politiche si sarebbero tenute nove-dieci anni fa, dichiarazione che le valse un bonario dileggio a Otto e mezzo, da parte di Lilli Gruber e dei suoi ospiti fra i quali Massimo Giannini, e una pioggia di critiche assai meno bonarie sui social network. Vittima più recente del "costituzionalismo della domenica" (visto che siamo in tema) è invece Massimo Giletti che, nel suo salotto di Non è l'Arena - sempre in onda su La7 - ha asserito: "Sono anni che noi non eleggiamo un Presidente del Consiglio. Un caso incredibile, unico“.

Sappiamo tutti, almeno si spera, che il Presidente del Consiglio in Italia non viene eletto dai cittadini bensì viene nominato dal Presidente della Repubblica. Sulla bufala dello scandalo per la "reiterata mancata elezione" del Presidente del Consiglio ci ha per anni e anni prosperato (al fine di attaccare Matteo Renzi) il M5s che ora, per la seconda volta, è al Governo con un Primo Ministro (Giuseppe Conte) non certo passato per le Urne. Perfino i grillini hanno quindi smesso di insistere sul tormentone in questione, e invece ecco che il buon Giletti lo riesuma addirittura in prima serata.

Subissato di ingiurie e sfottò sui social come la Cuccarini, il conduttore di Non è l'Arena si è difeso rammentando di essere "laureato in giurisprudenza con 110 e lode" e di conoscere "molto bene la Costituzione“ e, all'Adnkronos, ha chiarito: "è chiaro che mi riferivo ad un fatto: da molti anni succede che diventi premier qualcuno che non è stato chiaramente presentato come candidato premier durante la campagna elettorale. L’ultimo presidente del Consiglio indicato come candidato premier di una coalizione già durante la campagna elettorale è stato Silvio Berlusconi, quindi dal 2008 al 2011. Poi non è più successo, né con Mario Monti, né con Enrico Letta, né con Matteo Renzi, né con Paolo Gentiloni, né con Giuseppe Conte. E secondo me non è un bene. E’ una cosa triste”.

A parte la precisazione non richiesta, che comunque non lo assolve dal fatto di essere stato quanto meno poco chiaro nella sua dichiarazione a Non è L'Arena e quindi di aver contribuito a confondere le idee ai telespettatori (come se già non regnasse la disinformazione al riguardo), per quale motivo i conduttori televisivi - anche nel caso in cui siano provvisti di laurea - debbono a tutti i costi avventurarsi nei perigliosi meandri del Diritto Costituzionale, non esattamente materia da trattare in Tv e da liquidare in quattro e quattr'otto tra grida, urla e liti? "A ciascuno il suo", per citare Leonardo Sciascia. Cuccarini, Giletti & co. si limitino dunque a fare il loro mestiere, evitando di addentrarsi in tecnicismi istituzionali con la smania di cavalcare l'onda del "populismo" spiccio che, se talvolta può giovare a qualche leader politico (ma non sempre come abbiamo visto), nel caso di un conduttore televisivo è sempre controproducente, vedi la povera Lorella che sta pagando ancora a caro prezzo - in termini di ascolti deludenti - le sue improvvide esternazioni. Esternazioni che anche nel caso di Massimo Giletti, peraltro ottimo professionista, non stanno portando fortuna a questa edizione di Non è L'Arena, arenato sotto il 6% di share. 

 

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