Belpietro: "Non condivido una riga, ma ho firmato l'Unità perché sopravviva"
FELTRI, 'BELPIETRO CHE FIRMA L'UNITA'? L'AVREI FATTO ANCH'IO'
Belpietro: "Non condivido una riga, ma ho firmato l'Unità perché sopravviva"
"Non condivido una riga del quotidiano comunista, ma oggi lo firmo perché sopravviva". E' questa la motivazione che ha spinto il direttore de "la Verità", Maurizio Belpietro, a firmare per un giorno "l'Unità", evitando così la soppressione della testata. Nell'editoriale in prima pagina il 'direttore pro-tempore' spiega perché ha voluto impedire che il quotidiano precipitasse nell'oblio. "Io non sono né razzista né fascista. Sono uno spirito libero. Tanto libero - scrive Belpietro - da decidere di firmare L'Unità per un giorno. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è fuori dalle edicole da parecchio tempo a causa di una crisi che ha portato più volte alla chiusura e la testata rischia di sparire. L'editore mi ha chiesto di consentire il suo ritorno in edicola almeno per un giorno, per mantenere accesa la fiammella del quotidiano comunista. Come per la pubblicità a favore dell'eutanasia, non condivido praticamente nulla di ciò che vi é scritto, ma a differenza dell'Autorità per la garanzia nelle telecomunicazioni, io non sono un censore". "Non minaccio la libertà di stampa - aggiunge Belpietro - con multe pari al 2 o al 5 per cento del fatturato. Nel nostro settore esiste già la magistratura, che spesso punisce i giornalisti con condanne penali e pecuniarie. Poi c'è l'Ordine dei giornalisti, che vigila sulla deontologia e interviene distribuendo sanzioni e sospensioni a coloro che non rigano diritto. Di un altro censore la libertà di opinione garantita dall'articolo 21 della Costituzione non ha bisogno. Semmai c'è bisogno di lettori ai quali raccontare i fatti senza censure e senza pregiudizi".
FELTRI, 'BELPIETRO CHE FIRMA L'UNITA'? L'AVREI FATTO ANCH'IO'
"Se me lo avessero chiesto, l'avrei fatto anch'io... Chiudere i giornali non mi piace, mi interessa casomai aprirli". Così Vittorio Feltri appoggia la scelta di Maurizio Belpietro di accettare per un giorno la direzione dell'Unità, storico giornale del Partito comunista italiano. Altro che provocazione, "non ci vedo nulla di stravagante: pur di non far scadere il diritto di pubblicazione dell'Unità, Belpietro ha accettato la proposta che gli è stata avanzata. Che lui abbia accettato, è un bel gesto", commenta Feltri all'Adnkronos precisando che trova irrilevanti certe critiche in quanto bisognerebbe solo spiegare che si tratta "di un fatto tecnico, a beneficio del salvataggio di una testata che è giusto che sopravviva".
Commenti