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Carlo Calenda su Tempi: Io come Macron? All’Italia non servono altri partiti
La copertina del settimanale Tempi dedicata a Carlo Calenda, ministro dello sviluppo economico.

L'intervista a Carlo Calenda in edicola il 27 luglio su Tempi


“Non fonderò mai un partito personale sul modello di Macron con En Marche. Non è il mio mestiere e all’Italia non servono altri partiti. Come ripeto spesso faccio il ministro da poco più di un anno, e ho ancora da dimostrare di saperlo fare bene”. “Per costruire sviluppo e benessere l’Italia deve rimettere al centro un solido programma di politica industriale fondato su innovazione e internazionalizzazione”. “Che ci piaccia o no il nazionalismo economico torna prepotentemente alla ribalta insieme al protezionismo. Mercati aperti e condizioni di reciprocità sono fondamentali per noi e dobbiamo sostenere le ragioni di relazioni economiche internazionali governate da questi princìpi, ma dobbiamo essere anche in grado di difenderci adeguatamente”. Sono alcune delle riflessioni contenute nell’intervista che il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha rilasciato al settimanale Tempi in edicola giovedì 27 luglio. 

 

 

Carlo Calenda su Tempi: Io come Macron? All’Italia non servono altri partiti. Il Piano Industria 4.0

 


Sul Piano industria 4.0 Calenda ha sottolineato che vale quasi 20 miliardi di euro in tre anni ed è fondato su incentivi fiscali automatici, che escludono “intermediazione politica e premiano chi investe” indipendentemente dal settore o dalla tecnologia. “È un’impostazione che sottende una profonda fiducia nella capacità delle imprese di fare il proprio lavoro senza inutili interferenze dell’amministrazione pubblica”. Sulla crescita ha affermato: “Qualsiasi spazio di manovra che venga da una revisione dei vincoli di bilancio non può essere sprecato in tagli fiscali a pioggia, ma deve essere concentrato in modo mirato su investimenti, abbattimento del cuneo fiscale anche per favorire nuove assunzioni e sul rafforzamento di un ammortizzatore universale contro la povertà”. E sulla partita che il governo sta giocando per ospitare la sede dell’Agenzia del farmaco a Milano ha detto: “Per l’Italia ospitare l’Ema rappresenterebbe il completamento di una strategia di sviluppo nel settore che più di tutti gli altri attrarrà investimenti nei prossimi anni. La presenza di un grande ‘hub di intelligenze’, come ha detto il presidente Gentiloni, farebbe di Milano un polo della ricerca nel life science”.

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