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Cinema, ok Consiglio dei Ministri ai decreti: più film italiani in prime time

Cinema, ok Consiglio dei Ministri ai decreti: più film italiani in prime time

Il Consiglio dei Ministri, acquisiti i pareri favorevoli della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari, ha approvato su proposta del ministro dei Beni e delle attivita' culturali, Dario Franceschini, tre decreti legislativi in attuazione della nuova legge sul cinema riguardanti la promozione delle opere cinematografiche europee e italiane, la tutela delle professionalita' del settore e l'abolizione della censura. Per il ministro Franceschini si tratta di "provvedimenti concreti che servono a aiutare, tutelare e valorizzare il cinema, la fiction e la creativita' italiana".

Per quanto riguarda gli obblighi di programmazione, il nuovo impianto e' mutuato dal sistema francese che, sin dagli anni Ottanta, rappresenta uno tra gli esempi piu' virtuosi in materia di promozione di opere europee e nazionali. In particolare: 1) e' definita una quota minima per tutte le opere europee pari al 53% per tutti gli operatori per il 2019, al 56% per il 2020 e infine al 60% a partire dal 2021. 2) a decorrere dal 2019, e' introdotta una sotto quota riservata alle opere italiane, di qualsiasi genere, pari: per la Rai, ad almeno la meta' della quota prevista per le opere europee; per le altri emittenti, ad almeno un terzo della quota prevista per le opere europee. 3) le percentuali riferite alla programmazione di opere europee debbono essere rispettate su base annua. Per il prime time (fascia oraria 18-23) l'obbligo e' su base settimanale; 4) nel prime time (fascia oraria 18-23) una quota del tempo settimanale di diffusione deve essere riservata a film, fiction, documentari e cartoni italiani e per opere ad alto contenuto culturale o scientifico, incluse le edizioni televisive di opere teatrali: 12% per la Rai, 6% per gli altri fornitori. Si tratta di 1 film o fiction o documentario o animazione italiani a settimana. Per la Rai l'obbligo e' di 2 opere italiane a settimana, di cui una cinematografica.

In quanto agli obblighi di investimento, per i fornitori diversi dalla concessionaria di servizio pubblico: 1) e' confermata la base degli introiti netti annui per il calcolo degli investimenti richiesti; 2) la quota di investimento riservata all'acquisto o al pre-acquisto o alla produzione di opere europee e' pari ad almeno il 10% (quota elevata al 12,5 % dal gennaio 2019 e al 15% dal 2020). Per il 2018 la quota e' riferita interamente a opere prodotte da produttori indipendenti, come oggi, mentre per il 2019 e dal 2020, a queste ultime opere sono riservati i cinque sesti delle quote previste; 3) all'interno della quota complessiva prevista per le opere europee, il decreto lascia invariata per il 2018 al 3,2% la quota minima degli introiti netti annui diretta alle opere cinematografiche italiane. Tale percentuale e' innalzata al 3,5% per il 2019, al 4% per il 2020 e al 4,5% a decorrere dal 2021. Per quanto riguarda la Rai: 1) e' confermata la base, per il calcolo degli investimenti richiesti, dei ricavi complessivi annui derivanti dal canone, nonche' dei ricavi pubblicitari connessi alla stessa (al netto degli introiti derivanti da convenzioni con la pubblica amministrazione e dalla vendita di beni e servizi); 2) la quota di riserva al pre-acquisto o all'acquisto o alla produzione di opere europee e' pari ad almeno il 15% dei ricavi complessivi annui. Tale quota e' elevata al 18,5% dal gennaio 2019 e al 20% dal 2020. Per il 2018 la quota e' riferita interamente a opere prodotte da produttori indipendenti, mentre per il 2019 e dal 2020, a queste ultime opere sono riservati i cinque sesti delle quote previste. 3) all'interno della quota complessiva prevista per le opere europee, il decreto lascia invariata al 3,6% per il 2018 la quota dei ricavi complessivi netti diretta alle opere cinematografiche italiane. Tale percentuale e' innalzata al 4% per il 2019, al 4,5% per il 2020 e al 5% a decorrere dal 2020. 4) all'interno della quota complessiva prevista per le opere europee viene introdotta una sotto-quota pari al 5% della quota complessiva di investimento destinata, come oggi, alla animazione per la formazione dell'infanzia.

Cinema: abolita censura e introdotta categoria 'minori 6 anni'

Uno dei tre decreti approvati oggi dal Cdm per promuovere il cinema italiano delinea un nuovo sistema di tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche e audiovisive. Due le principali novita': abolita la censura totale di un'opera, per cui non e' piu' previsto il divieto assoluto di uscita in sala di un opera, ne' l'uscita condizionata a tagli o modifiche della pellicola; le opere cinematografiche, compresi gli spot destinati alle sale, dovranno essere classificate dagli operatori nel settore secondo 4 categorie: alle tre attuali (opere per tutti; vm 14 e vm 18) si aggiunge una quarta, opere non adatte ai minori di anni 6. Nel dettaglio, il decreto sostituisce le procedure attualmente vigenti relative al "nulla osta" alla proiezione in pubblico dei film rilasciato dalla Direzione generale per il cinema del ministero dei Beni e delle attivita' culturali e del turismo.

Il nuovo sistema e' caratterizzato da tre principali innovazioni: a) e' abolita la possibilita' di vera e propria censura dell'opera. Non e' infatti piu' previsto il divieto assoluto di uscita in sala di un opera, ne' l'uscita condizionata a tagli o modifiche della pellicola; b) e' definito un sistema di classificazione piu' flessibile, maggiormente conforme alle diverse tipologie di opere e coerente con il generale allargamento del pubblico in sala; c) si introduce il principio di responsabilizzazione degli operatori cinematografici, che sono chiamati a individuare la corretta classificazione dell'opera in base alla fascia d'eta' del pubblico destinatario e a sottoporla alla validazione di un apposito organismo di verifica, la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, che va a sostituire le attuali sette Commissioni per la revisione cinematografica. Il decreto, inoltre, prevede l'adozione di un apposito regolamento dell'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni, con il quale e' disciplinata la classificazione delle opere audiovisive destinate al web e dei videogiochi. Secondo la nuova disciplina, le opere cinematografiche, compresi gli spot pubblicitari destinati alle sale cinematografiche, dovranno essere classificate dagli operatori nel settore cinematografico. Le categorie sono 4: a) opere per tutti; b) opere non adatte ai minori di anni 6; c) opere vietate ai minori di anni 14; d) opere vietate ai minori di anni 18. Il decreto stabilisce che, per i film vietati ai minori di anni 14 o 18, puo' essere consentito l'accesso in sala di un minore che abbia compiuto rispettivamente almeno 12 o 16 anni, nel caso in cui esso sia accompagnato da un genitore (o da chi eserciti la responsabilita' genitoriale). Viene istituito un nuovo sistema di icone e di avviso per i contenuti sensibili (violenza, armi, sesso). Il decreto inoltre aggiorna il regime sanzionatorio prevedendo anche sanzioni di tipo reputazionale con la pubblicazione online delle sanzioni

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