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Corriere della Sera: pure Alesina - Giavazzi criticano la Francia

Il duo Alesina - Giavazzi, che da anni troneggia in prima sul Corriere della Sera domenicale, ieri ha firmato uno strano editoriale, dal titolo: “Cosa unisce l’Italia e la Francia”.

Ci si sarebbe aspettato, come da tradizione iperliberista ed assolutamente antigovernativa (e anti-statalista), il solito predicozzo contro l’Italia, Salvini e Di Maio rei di diversi “reati federali” diremmo se si trattassi di un serial americano.

Dal reato di populismo, a quello di sovranismo, a quello, appunto di statalismo, a quello di assistenzialismo pubblico. Ed invece che succede?

Sarà la moda francese, sarà il clima insurrezionale che si respira in tutta l’Europa, anzi nel mondo, sarà che pure l’élite, e cioè Alesina - Giavazzi, si è stancata di sé stessa e di parlare in modo autoreferenziale, insomma saranno tutti questi fattori presi insieme, ma ieri l’editoriale era pro governo, pro Salvini, pro Di Maio.

Un cambio di visione epocale, prodotto dal cedimento di Macron -finora venerato come eroe da parte dei due economisti- ai gilet gialli. Cedimento che potrebbe trasferirsi anche alla Commissione Ue e per un liberista, come è noto, la violenza popolare non può mai essere strumento di azione politica.

Sotto il pericolo cromatico d’Oltralpe, il duo ha spiegato che sì, l’Italia e la Francia hanno possibilità di sforamento diverso perché è diversa la struttura di composizione del debito e di alcuni altri parametri (cosa che raramente viene spiegata bene), ma hanno anche scritto che se proprio ci deve essere una procedura di infrazione deve riguardare tutti e due i Paesi, mentre fino ad esso sembrava che l’Italia fosse una bambina cattiva da punire mentre la cuginetta francese fosse un distillato di preclare virtù e devozioni nei confronti dei “genitori” dell’Ue, Commissione e Parlamento.

Oltretutto, la Francia viola -come l’Italia- la percentuale di riduzione annua del Deficit sul Pil ma, in più, sfora pure il 3%, cosa che noi non facciamo.

Poi Alesina e Giavazzi arrivano a, una volta tanto, a criticare il Commissario Ue Moscovici dicendo che è pure francese ed è in conflitto di interessi in questa vicenda delle infrazioni. E che non punire, nel caso, anche la Francia per il doppio sforamento del rapporto Deficit/Pil pregiudicherebbe e di molto la credibilità della Commissione Europea, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

 

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