Crisi di Governo, Rai, l'ad Salini tuona: "Garantire equilibrio e pluralismo"
Salini invia una lettera ai direttori di rete chiedendo rigore e trasparenza, mentre la Rai giallo-verde potrebbe ben presto diventare giallo-rossa
Il magmatico scenario della crisi di Governo aperta da Matteo Salvini dà vita a strascichi e conseguenze al momento ancora politicamente insondabili (Rimpasto? Accozzaglia Pd-m5s-Leu? Ritorno di fiamma tra Luigi Di Maio e il leader del Carroccio? Governo Conte bis?). Strascichi e conseguenze che, ovviamente, si riverberano anche sulla Rai giallo-verde precipitata nel caos in piena estate.
Tempestivamente, l'Ad Fabrizio Salini - subodorando che, con eventuali nuove maggioranze, anche i rapporti di forza tra gli schieramenti politici in seno alla Rai subirebbero necessariamente rivolgimenti imprevedibili, invia una lettera ai direttori di Rete appellandosi alla loro "sensibilità professionale", invitandoli a usare "massimo rigore nel rispetto dei principi di equilibrio" nonché della "trasparenza, obiettività e imparzialità" nelle programmazioni.
Sottolineando che la Commissione di Vigilanza sarà più che mai rigorosa riguardo al rispetto del "pluralismo", Salini accenna anche a "principi" ai quali devono richiamarsi tutte tutte le emittenti nei periodi che "precedono le elezioni". L'ad Rai pensa dunque che si tornerà al voto a breve?
Comunque sia, la situazione a Viale Mazzini rispecchia l'incertezza che regna nelle istituzioni con i vari tiramolla tra i leader di partito, e lo spettro di una inattesa alleanza Frankenstein tra Pd e Movimento Cinque Stelle, in Rai potrebbe mettere in difficoltà - in primis - la direttrice di Rai1 in quota Carroccio Teresa De Santis.
Frattanto, mentre nel mondo politico si osservano gli approcci incestuosi tra nuovi, strani compagni di letto, Salini - da buon pragmatico coscienzioso qual è - mette le mani avanti e ammonisce i direttori di Rete. E chissà che lui, che viene dalla renzianissima Stand By Me, non auspichi segretamente un sodalizio del Pd monopolizzato da Renzi con il M5s.