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Diritti tv, in Italia lo sport perde appeal e i broadcaster dividono le spese
CRISTIANO RONALDO (foto Lapresse)

Stagione amara per i diritti tv sportivi in Italia. Infatti, come spiega ItaliaOggi, il campionato di calcio sembrerebbe, per la non volta consecutiva, essere in mano alla Juventus. In Francia il Psg continua ad essere campione nazionale (eccezion fatta per l'annata 2016-17) e anche quest'anno dovrebbe ottenere il titolo, in Germania il Bayern Monaco vince la Bundesliga dal 2012-13.

Lo stesso avviene per altre categorie sportive, dove i monopoli e la mancanza di competitività sembrano avere la meglio. Si pensi alla Formula Uno dove Lewis Hamilton vince mondiali su mondiali con la mercedes (dal 2014 si è aggiudicato 5 titoli su 6), si pensi alla Moto Gp dove regna incontrastato Marc Marquez dal 2013 (a parte la parentesi Lorenzo nel 2015). Una mancanza di competitività, una perdita di valore di queste manifestazioni che incide sul mercato e che ha come conseguenza diretta, come spiega ItaliaOggi, il calo degli ascolti tv, la latinanza degli abbonamenti alla pay tv.

Questo ha portato i broadcaster a cercare soluzioni alternative per ovviare investimenti massicci che non hanno poi ritorni economici importanti e che lasciano spazio solo ad investimenti fini a se stessi. 
Un esempio è Sky che proprio in vista di questa tendenza ha deciso di condividere le spese con qualcuno: i diritti streaming del campionato MotoGp 2020 e 2021 e delle gare di Moto2 e Moto3, andranno pure a Dazn che li acquista da Sky in sub-licenza non esclusiva.

Su Dazn, come spiega ItaliaOggi, di potrano vedere al costo di 9,99€ al mese le moto, tre match di Serie A di ciascun turno, tutta la Serie B, la Liga spagnola, la Ligue 1 francese, la Fa Cup inglese, la Copa Libertadores, gli sport americani della Nfl e Mlb, il rally, la boxe, il rugby e i due canali Eurosport 1 Hd ed Eurosport 2 Hd.

Ecco così alla luce un piano di contenimento dei costi e di razionalizzazione come spiega ItaliaOggi, in attesa, forse, di migliorare la competitività e la rotazione ai vertici nei singoli sport necessari per puntare all'aumento di ricavi alle prossime aste per i diritti tv.

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