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Quotidiani, copie -32,3% in 5 anni. Ricavi in crescita solo per Cairo

Dei sette principali gruppi editoriali italiani solo Cairo Communication, il gruppo guidato da Urbano Cairo che controlla anche Rcs e La7, ha visto crescere i propri ricavi nel 2018, aumentati dello 0,5% sul 2017. A evidenziarlo un'analisi dell'area studi di Mediobanca, secondo cui le aziende considerate pesano per i due terzi del settore a livello nazionale, per cui il trend negativo è proseguito anche lo scorso anno.

Nel 2018 i principali sette editori hanno registrato ricavi complessivi per 3,4 miliardi (-4% sul 2017): i primi tre gruppi, Cairo Communication (fatturato di 1.224 milioni), Mondadori (891 milioni) e Gedi (649 milioni), rappresentano da soli l’82,3% del giro d’affari dei maggiori sette operatori editoriali nazionali. L’ingente calo delle vendite, sottolinea Mediobanca, si riflette sull’occupazione: tra il 2014 e il 2018 la forza lavoro è diminuita di 2.540 unità, di cui 786 a seguito della cessione dell’attività Periodici Francia del gruppo Mondadori. 

Nel 2018 l’occupazione si attesta a 11.053 dipendenti (-14,1% sul 2014 e -3,9% sul 2017) e i giornalisti rappresentano il 35,4% del totale (erano il 37,2% nel 2014).

I maggiori gruppi editoriali italiani hanno cumulato nel periodo 2014-2018 perdite nette per 678mln e solo Cairo Editore, consolidata in Cairo Communication, ha sempre chiuso in utile nel quinquennio. Buone notizie sul versante redditività industriale che segna mediamente un netto miglioramento: ebit margin 5,7% nel 2018 rispetto allo 0,3% del 2014. Nel 2018 positive le performance di Cairo Communication (10%), Mondadori (6,4%), Monrif (2%) e Gedi (1,7%).

Le difficoltà economiche dell’editoria sono evidenti anche nel drastico calo degli investimenti materiali, più che dimezzati in cinque anni; se invece si guarda alla performance di Borsa tra il 2014 e il 2018, i maggiori ribassi sono quelli registrati da Il Sole 24 ORE (-84,5%), Class Editori (-81,2%) e Gedi (-63,9%); positivo, invece, l’andamento del titolo Mondadori (+92,5%). A fine novembre 2019, in rialzo ancora Mondadori (+29,2% rispetto a fine 2018) e in ripresa il Sole 24 ORE (+41,5%). 

Editoria: Mediobanca, Italia -32,3% copie quotidiani in 5 anni

I quotidiani italiani hanno perso in 5 anni il 32,3% delle loro copie: nel 2018 è infatti proseguito il trend decrescente della diffusione cartacea in Italia che, con una diminuzione nell’ultimo anno di circa 240 mila copie al giorno, si è attestata a 2,5 milioni di copie (-8,6% sul 2017 e -32,3% sul 2014). A evidenziarlo un'analisi dell'area studi di Mediobanca. Un'emorragia che non viene lenita nemmeno dalla crescita delle copie digitali (+13%), cresciute a 380 mila al giorno (il 13% del totale). A livello mondiale, invece, nel 2018 la diffusione su carta è rimasta stabile: secondo i dati Wan-Ifra il calo è stato appena dello -0,3% sul 2017. La diffusione dei quotidiani italiani rappresenta lo 0,4% di quella mondiale, poco meno di quella dei primi due quotidiani britannici insieme (The Sun e Daily Mail). La top10 dei quotidiani d’informazione italiani vede in testa il Corriere della Sera, con 216mila copie giornaliere nel 2018. Sul podio troviamo, inoltre, La Repubblica (166mila copie), seguita da un altro quotidiano del gruppo Gedi, La Stampa (131mila). Seguono Avvenire (101mila), QN-Il Resto del Carlino (92mila), Il Messaggero (88mila), il Sole24Ore (80mila), QN-La Nazione (67mila), Il Giornale (54mila) e Il Gazzettino (47mila).

Editoria: Mediobanca, a livello mondiale ricavi 2018 -3,4%


Non si arresta il calo del giro d'affari dell'editoria: a livello mondiale i ricavi sono scesi nel 2018 a 111 miliardi, con un calo del 3,4% sull'anno precendente e del 13,2% sul 2014. A evidenziarlo un'analisi dell'area studi di Mediobanca. Nel quinquennio la raccolta di pubblicità cartacea è crollata, perdendo il 28,9%, mentre aumentano i ricavi legati al digitale. La pubblicità è salita del 24,8% mentre i ricavi da diffusione digitale sono più che raddoppiati; si tratta, al tempo stesso, di una parte marginale del fatturato, visto che nel 2018 l’86,5% del giro d’affari mondiale proviene ancora dalla carta stampata (era il 91,7% nel 2014). Nel quinquennio è aumentato il peso dei proventi da diffusione che, a partire dal 2016, hanno superato quelli pubblicitari diventando la fonte principale di ricavi del settore (53,1% del totale nel 2018). 

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