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EquityStartup, le associazioni di categoria scoprono il crowdfunding

L'equity crowdfunding è ancora un mercato piccolo, almeno in Italia. Ma se anche le associazioni di categoria hanno deciso di puntarci, significa che qualcosa si sta muovendo. La prima è stata AscomFidi Nord-Ovest, con la piattaforma EquityStartup. Le imprese innovative si propongono e una "folla" (crowd) di investitori la finanzia. In questo modo le startup hanno un canale alternativo (o complementare) a quello bancario e trovano nuovi partner. E gli investitori puntano sulle potenzialità di crescita, differenziando però il proprio capitale (quindi rischiando meno). 

Pasquale Sinatra, Direttore Generale di AscomFidi Nord-Ovest, spiega ad Affaritaliani.it il perché di questa scelta. Con un appello per cambiare le regole: "L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere imposto una forte limitazione all’Equity Crowdfunding, consentendone l’accesso, quali offerenti, solo alle Startup ed alle PMI Innovative".

L'INTERVISTA

Perché un'associazione di categoria punta sull'equity crowdfunding?

AscomFidi Nord-Ovest da sempre si affianca alle aziende, intervenendo sin dalla loro costituzione, per aiutarle a risolvere le complesse problematiche della finanza d’impresa.

Abbiamo deciso di creare una piattaforma di Equity Crowdfunding, EquityStartup, per dare una risposta alle sempre maggiori difficoltà che incontrano le imprese a finanziare e realizzare i propri progetti di sviluppo. Vogliamo mettere la nostra esperienza a disposizione di tutte le imprese che hanno progetti di sviluppo ad alto potenziale.

Startup innovative (recentemente anche turistiche) e PMI innovative, grazie ad Equitystartup, hanno oggi la possibilità di finanziarsi coinvolgendo direttamente investitori che credono nelle potenzialità della loro iniziativa.

Che cosa può portare in più un piattaforma sostenuta da un'associazione di categoria?

Riteniamo che AscomFidi Nord-Ovest possa offrire un certificato di garanzia e qualità. Infatti, siamo l’unica piattaforma in Italia ad essere strutturata in modo tale da poter costruire un sistema di controlli reali su tutti i soggetti che vengono coinvolti nel progetto.

Ad esempio, ad ogni offerente che si presenta sulla piattaforma viene fatta una visura CRIF per il controllo dei protesti, vengono controllati i certificati del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, mentre tutti gli investitori vengono sottoposti alla verifica antiriciclaggio. La procedura interna è stata studiata affinchè EquityStartup possa operare nel rispetto delle normative di Banca d’Italia oltre che della Consob.

L'equity crowdfunding in Italia è ancora molto piccolo: perché la scelta di questa soluzione?

Crediamo che le imprese debbano avere un’alternativa al credito bancario. Riteniamo che in futuro si farà sempre più ricorso alle nuove forme di credito alternativo. 

D’altra parte riteniamo che sia importante presentare agli investitori nuove opportunità per differenziare il loro portafoglio. Chi sceglie di investire attraverso l’Equity Crowdfunding, decide di diventare socio di imprese nelle quali ravvisa un potenziale di crescita. Investire in una società in cui si crede può significare avere un ritorno economico importante in quanto lo sviluppo dell’impresa consente ai soci di partecipare ai futuri successi della società.

All'estero (Gran Bretagna e Francia soprattutto) ha preso molto più piede: cosa manca all'Italia per fare lo stesso passo?

L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere imposto una forte limitazione all’Equity Crowdfunding, consentendone l’accesso, quali offerenti, solo alle Startup ed alle PMI Innovative. Tale vincolo limita ad un ristretto gruppo di imprese la possibilità di sfruttare questo strumento di finanza alternativa, che potrebbe consentire il rilancio dell’economia reale. Sarebbe opportuno un nuovo intervento del legislatore per eliminare i vincoli sopra citati e consentire una diffusione su larga scala dell’Equity Crowdfunding quale strumento per la capitalizzazione delle PMI.

Quali sono gli obiettivi nel medio periodo di EquityStartup? E quali pensa possono essere le prospettive dell'equity crowdfunding in Italia?

L’obbiettivo più ambizioso e importante è quello di far conoscere il più possibile a livello nazionale l’Equity Crowdfunding. È necessario che imprenditori ed investitori sappiano di avere un’alternativa, e quali sono i vantaggi che questa comporta.

Il 2016 è stato un anno di forte evoluzione per il mercato italiano dell’equity crowdfunding: si pensi che nel 2015 gli investimenti sono stati pari a 1.358.866 euro, mentre nel solo primo semestre del 2016 sono stati pari a 2.615.993 euro. Si spera che tale eccezionale crescita sia un segnale positivo per lo sviluppo dell’equity crowdfunding in Italia e che il volume degli affari possa eguagliare il mercato inglese nei prossimi cinque anni.

Sono già state 5 le startup ammesse su EquityStartup. Un numero importante, raggiunto in poco tempo rispetto alle altre piattaforme. L'accoglienza dei primi progetti è stata però tiepida. Non c'è il rischio di promuovere più progetti di quanti il mercato dell'equity crowdfunding italiano ne possa assorbire?

EquityStartup non esprime un giudizio circa la bontà del progetto, in quanto è compito del mercato stabilire se un’idea avrà o meno futuro.

Riteniamo che i progetti presentati sulla piattaforma siano validi e possano terminare con successo le campagne attive. La scelta di presentare 5 progetti online è stata presa per dare un forte segnale della volontà di AscomFidi Nord- Ovest di essere presente sul mercato e di credere nel proprio progetto. È necessario diffondere lo strumento, far conoscere nuove possibilità agli investitori, per questo motivo riteniamo che presentare più progetti online possa dare un nuovo stimolo al mercato. 

@paolofiore

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