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MediaTech
Esports, rivoluzione nel mondo dei media. Giocatori pagati come calciatori

di Silvio Ceci 

Ormai è cosa risaputa. Nel nuovo ecosistema digitale il marketing e la comunicazione stanno cambiando radicalmente.

La prima rivoluzione tecnologica ha portato le piattaforme digitali a diventare delle vere e proprie vetrine multimediali e globali dove pubblicizzare le proprie aziende; che si tratti di piccole realtà o di multinazionali, tutte hanno una pagina social, un sito web e diversi canali digitali di riferimento per il proprio settore. Il mondo digitale è in continua evoluzione, cambiando velocemente di anno in anno e le aziende devono rimanere al passo con i tempi. Un esempio ne è l’affermazione di un nuovo mercato di recente sviluppo chiamato Esports.

Gli Esports sono competizioni video ludiche digitali praticate da giocatori professionisti.

Si, non è uno scherzo. Oggi nel mondo ciò sono già migliaia di giocatori professionisti pagati profumatamente (alla stregua di calciatori o giocatori NBA) per partecipare a queste competizioni digitali.

Il fenomeno è nato in Asia per poi allargarsi prepotentemente e velocemente in America ed Europa negli ultimi quattro anni.

Anche in Italia, sebbene con un certo ritardo rispetto al panorama internazionale, si iniziano ad affermare gli Esports.

Il volume di affari globale è di circa 1,5 miliardi di dollari ed è in continua crescita.

Basti pensare che alcune tra le organizzazioni più importanti mettono in palio premi per un valore di 25 milioni di dollari, per un singolo torneo.

I giocatori più bravi sono pagati anche 15 milioni di dollari all’anno e sono delle vere e proprie star. Per questo diventano testimonial dei più importanti brand interessati a relazionarsi con un pubblico giovane, ma non solo. I dati ufficiali, infatti, confermano che gli appassionati di Esports hanno un’età che varia dai 12 ai 55 anni.

Gli Esports sono il principale prodotto di intrattenimento, condiviso non soltanto tra gli amici, ma anche tra genitori e figli, aggregando la famiglia. Un prodotto che ha ormai scalzato sia il cinema che la tv.

Oltre alle aziende intrinsecamente legate al mondo digitale e video ludico, anche altri brand di differenti settori hanno cominciato ad interessarsi al mondo e-sportivo. Basti pensare ad aziende come Airbus, Mastercard, Gillette, per non parlare delle case di moda più importanti, come ad esempio Louis Vuitton, che disegna oggetti con il proprio marchio per il gioco Fortnite.

Attraverso gli Esports, i videogiochi diventano un vero e proprio sport digitale nel quale si è già sviluppato tutto un sistema similare a quello dello sport convenzionale, con società sportive che gestiscono le squadre, i singoli giocatori, allenatori, manager, mental coach, preparatori atletici e via discorrendo.

Questo nuovo mercato garantisce alle aziende una visibilità quotidiana impensabile prima d’ora e questo grazie ai canali digitali dedicati che ogni giorno trasmettono in diretta ed in rete non solo le competizioni, ma anche gli allenamenti.

C’è da credere che le società di Esports, grazie alla passione che lega più generazioni, possano diventare nei prossimi anni tanto importanti quanto le squadre di calcio piu’ famose.

 Basti pensare che già oggi ci sono nel mondo società di Esports che hanno acquisito un valore pari a circa 300 milioni dollari.

In Italia questo mercato esisteva in forma embrionale e solo recentemente ha iniziato ad affermarsi e a crescere, soprattuto grazie al lavoro di figure imprenditoriali attente alle nuova realtà di comunicazione e di imprenditoria digitale. Cosi sono nate società di Esports italiane, le cui squadre competono sia a livello nazionale che internazionale.

La più interessante in questo momento è sicuramente Goskilla. La più giovane di tutte, ma molto promettente.

Nata appena un anno fa come start up, ha raggiunto in pochissimo tempo traguardi importantissimi in termini di crescita e risultati sportivi. Attraverso una programmazione mirata ed intelligente Goskilla è riuscita a trovare ed assemblare giocatori fino a ieri sconosciuti, ma che oggi sono protagonisti delle competizioni più importanti sia in Italia che all’estero. Ne è un esempio il team italiano di Rainbow 6, un gioco basato su tattiche militari prodotto da Ubisoft, una delle più importanti case di produzione al mondo. Arrivati dalle qualificazioni open, non solo sono arrivati per la prima volta in sere A, ma sono primi in classifica e ancora imbattuti. Un ulteriore team impegnato su Rainbow 6 è attualmente protagonista anche del campionato tedesco, cosi come il team di Rocket League del Benelux che di recente ha giocato la finale tenutasi a Parigi. L’apertura verso il mercato asiatico è arrivata grazie ad un team tutto Kazako che nelle prossime settimane sarà protagonista delle fasi finali di un importante torneo incentrato sul gioco PUBG di matrice sud coreana. I ragazzi di Goskilla parteciperanno alle fasi finali del torneo che si terranno presso il World Trade Center di Kuala Lumpur, in Malesia.

La start up è solo all’inizio, perché continua a crescere con l’obbiettivo di ritagliarsi uno spazio delle più grandi al mondo. Una start up da tenere d’occhio, come tutto il mercato Esports, del resto.

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Tags:
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