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MediaTech
Il principe dei comunicatori Klaus Davi passa a Mediaset

“Per me è un ritorno a casa. Con Giletti continuerà collaborazione in altre forme”

Klaus Davi ha detto sì a una proposta di esclusiva per Mediaset. Sarà ospite e commentatore di molti programmi di economia, politica e società: da Quarta Repubblica e Matrix di Nicola Porro a Stasera Italia di Barbara Palombelli, Giuseppe Brindisi e Veronica Gentili, passando per Mattino Cinque di Federica Panicucci e Francesco Vecchi. Lascia quindi La7 e Non è l’arena di Massimo Giletti, con il quale il massmediologo afferma che “collaborerò in altra forma, anche sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata”.Klaus DaviKlaus Davi

Perché questa scelta?

“Dopo che mi hanno presentato quest’occasione ne ho parlato con Massimo e, da uomo intelligente e generoso, ha capito che questa proposta presentava opportunità positive”.

L’azienda la conosce bene?

“Altroché! Nel ‘98 ero opinionista di Fuego, condotto da Alessia Marcuzzi. Sono stato inoltre collaboratore di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi per molti anni. Gli amici che ritrovo sono un’infinità: Claudio Brachino, Paolo Liguori, Clemente Mimun, Barbara D’Urso, Mario Giordano… la lista sarebbe infinita”.

È vero che conosce il Vice Direttore dell’Informazione di Mediaset, Andrea Delogu, da molti anni?

“Confermo, dal 1991! Una vita fa. Lui era già un manager affermato, mentre io ero il consulente di Gavino Sanna, suo conterraneo. Da allora siamo sempre rimasti in contatto per motivi istituzionali, ma anche – e soprattutto – per amicizia. Ora in qualche modo lavoriamo insieme e ne sono molto contento. Mauro Crippa invece, il responsabile dell’informazione di tutto il gruppo Mediaset, lo conobbi in quegli anni, quando già guidava la comunicazione di Mondadori. Se non ricordo male fu artefice della quotazione in borsa… bei tempi! Sono stato uno dei pochissimi che ebbe il privilegio di intervistarlo molti anni fa”.

Come ha ritrovato l’azienda?

“Mediaset è un colosso, ma i rapporti umani conservano comunque una dimensione umana e plastica. Lì dentro c’è chi ha dato veramente la vita per l’azienda, tutelandola da attacchi e pregiudizi. La burocrazia è ridotta al minimo e decidono in fretta. Mi piace molto l’entusiasmo che ci mettono. Penso a persone come Marcello Vinonuovo e Alessandro Montanari di Stesera Italia, due professionisti con lo slancio creativo dei ragazzi. Vedo uno come Paolo Liguori, che sprona i suoi ragazzi con estrema disponibilità. Senza dimenticare Rosanna Ragusa, una professionista che lavora e produce in modo incredibile”.

Cosa ne pensa della nuova Rete 4?

“Penso che espleti una funzione di servizio pubblico senza scadere nella retorica e nell’autocompiacimento. Hanno investito molto per informare gli italiani al meglio: una bella assunzione di responsabilità. L’arrivo, tra gli altri, di Gerardo Greco, di Roberto Giacobbo e di Piero Chiambretti rende il tutto ancora più credibile”.

Cosa farà?

“L’accordo prevede la mia presenza nei programmi Mediaset. Una bellissima cosa che, ovviamente, scaturisce dal lavoro fatto in precedenza con Massimo Giletti in primis, ma anche con giornalisti del calibro di Nino Rizzo Nervo, Giulio Anselmi e Antonio Di Bella. Discorso a parte merita il mio rapporto con Lucia Annunziata, della quale sono collaboratore e figlio adottivo”.

Davvero?

“Non lo sono formalmente, ma è come se lo fossi. Ci sentiamo praticamene tutte le mattine tra le 6.30 e le 7.00. Una vera scuola per me, del tutto gratuita. È molto severa e pretende il massimo, ma è estremamente lucida e acuta”.

Lei è anche un uomo di marketing…

“Credo di essere soprattutto quello. I marchi per cui lavoro o ho lavorato sono come dei figli. Penso a Smart, Frescobaldi, Casio, Piquadro, Ornellaia, MSC Crociere, Pool Pharma, Natuzzi, Martini e Fiat”.

Molti esempi di Made in Italy, un tema estremamente attuale…

“Con la mia agenzia stiamo facendo un tour per promuovere la tutela del Made in Italy, lo stiamo presentando a livello istituzionale e adesso proporremo un progetto con il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella e con il Ministro dell’Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio”.

È cambiata la comunicazione?

“Sì, tanto: c’è molta più attenzione ma anche più improvvisazione. Le aziende spesso sono disorientate sulle scelte da fare”.

Cosa pensa di Silvio Berlusconi?

“Politicamente, scrissi nel 2003 ‘DÌ QUALCOSA DI SINISTRA. COME VINCERE IN POLITICA SENZA PARLAR MALE DEL CAVALIERE’ (Edizioni Marsilio). Sul piano industriale e umano – e da sempre – tutto il bene possibile”.

Sogni nel cassetto?

“Mi piacerebbe curare degli speciali contro l’impresa criminale. Abbiamo politicizzato la criminalità organizzata, abbiamo finalizzato la lotta alla mafia contro questo o quello e il fenomeno e più forte di prima. Rispetto le sentenze sulla trattativa, ma poi quando vado nell’hinterland milanese o nella Locride mi scontro con la ‘Ndrangheta più dura e aggressiva. E allora mi chiedo se abbiamo sottovalutato qualcosa… La mafia è più forte di prima e bisogna prenderne atto”.

Il procuratore antimafia Cafiero De Raho ha definito il suo giornalismo esemplare e coraggioso…

“Lo ringrazio e spero di esserne all’altezza. In alcune zone d’Italia non sono abituati a certe iniziative, pensano (anche lo Stato, purtroppo) che tutto si debba ridurre alle conferenze stampa e ai fascicoli della magistratura. Sono documenti straordinari, ma vorrei chiarire: io non delego nessuno per pensare al posto mio. Tento di andare nei territori e capire”.

Minacce di morte, offese omofobe e antisemite. Non le manca nulla…

“Quando tre anni fa iniziai i miei reportage in Calabria misi in chiaro una cosa: la mia sessualità può anche non piacervi, ma se mi offendete ricordatevi che so menare le mani. Dopo un’iniziale curiosità, il capitolo omosessualità venne derubricato a semplice gossip e la gente iniziò a parlarmi dei propri problemi. Onestamente io dell’omofobia del popolo siciliano o di quello calabrese non me ne sono mai accorto”.

Ha avuto un riconoscimento dall’Arma dei carabinieri…

“Una farfalla, simbolo di coraggio. Davvero una cosa bellissima! Il coraggio è un valore umano universale e prescinde dal genere, ma lo ritengo più femminile. E io, che rivendico la mia sensibilità femminile, mi sono completamente identificato in quel simbolo”.  

fonte http://www.spotandweb.it (Di Mario Modica)

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