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Marcello Foa, un galantuomo alla Rai

Marcello Foa è stato finalmente ratificato ieri Presidente della Rai dalla Commissione di Vigilanza, espressione del Parlamento, dopo il tentativo infruttuoso (22/27 voti) del 1 agosto scorso. Foa era stato eletto dal Cda il 31 luglio scorso.

Come è noto, per raggiungere questo risultato, è stato necessario che l’attuale maggioranza giallo-verde giungesse ad un accordo con Forza Italia, accordo che c’è stato con il voto a favore di Lega, M5S, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Hanno votato 32 membri della bicamerale su 40, 27 a favore, 3 contrari, una scheda nulla e una bianca. Raggiunto quindi il quorum dei 2/3, pari appunto a 27 voti.

Con questo atto si apre una nuova fase per il servizio pubblico italiano che può avere in Foa un vero “uomo nuovo” data la sua diversità rispetto ai precedenti presidenti Rai. Il suo modello politico, ha spiegato nella sua audizione di ieri in CdV, è quello di un liberalismo di stampo antico, alla Indro Montanelli per intenderci. E di Montanelli, grande giornalista non allineato e mai prono al potere degli editori, è sempre stato arguto seguace e allievo.

Foa è nato nel 1963 a Milano, dove si laurea in scienze politiche alla Statale, ma è cresciuto a Lugano, in Svizzera e possiede la doppia cittadinanza. Inizia nel 1984 alla Gazzetta Ticinese, e nel 1987 è al Giornale del Popolo, sempre nel Ticino.

È assunto nel 1989 a Il Giornale, diretto appunto da Indro Montanelli di cui nel 1993 diventa caporedattore Esteri; nel 2005 è inviato speciale. Nel 2011 viene nominato direttore editoriale di Timedia Holding SA e del Corriere del Ticino. Ha collaborato con la BBC dall’Italia e a Russia Today, oltre che con la Rai e Mediaset.

Il nuovo Presidente della Rai ha insegnato in master di giornalismo alla statale e alla Cattolica ed ha scritto anche diversi libri sul delicato tema dell’informazione e potere.

Foa è da sempre nel mirino della sinistra per le sue posizioni. Accusato di “complottismo”, è visto con terrore isterico da chi per anni è campato sui privilegi di casta.

Me ne sono occupato qui:

http://www.affaritaliani.it/mediatech/perche-bianca-berlinguer-alberto-angela-si-leonardo-foa-no-554796.html

A riguardo del supposto complottismo Foa rispose con un intelligente ed equilibrato articolo pubblicato inizialmente sul Corriere del Ticino e poi su Il Giornale:

http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/12/21/oltre-il-complottismo-meditate-gente-meditate

Foa, proprio per queste sue caratteristiche di assoluta indipendenza e professionalità, può veramente segnare la svolta in Rai, dopo anni di conformismo noioso e “politically correct”.

Il nuovo Presidente ha già detto che sarà garante di tutti e questo gli fa onore. Ma anni e anni di presenza imposta di Fabio Fazio, e soprattutto di Luciana Littizzetto, gridano vendetta. Pluralismo sì, continuazione di programmi politicizzati con sgroppate nei fecondi (per l’audience) territori del linguaggio eccessivo e colorito ai limiti del turpiloquio, no.

Una curiosità. Marcello Foa ha scritto l’introduzione al libro “Leader di te stesso” del noto Coach Roberto Re. Già allora era seguace del pensiero positivo e di un sistema di valori improntati all’ottimismo e alla realizzazione di obiettivi concreti. La prestigiosa nomina di ieri ne dà contezza, alla faccia dei tanti intellettuali e scribacchini di regime che lo hanno sempre avversato e che stanno già preparando barricate ed improbabili ricorsi. Auguri di buon lavoro.

 

 

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