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Nella Rai sovranista comanda ancora la sinistra. E fanno sparire la Meloni

Di Francesco Storace (da www..secoloditalia.it)

Alla Rai sovranista in realtà pensano come sempre solo al sovrano che comanda protempore.

È la realtà drammatica che si evince alla lettura dei dati dell’osservatorio dell’Università di Pavia che da tempo immemorabile si occupa del pluralismo nel servizio pubblico. Che resta occupato nostalgicamente per un po’ da alcuni di quelli di prima, non disdegnando chi ha in mano ora il potere.

In questo senso gennaio è stato un mese terribile per le voci fuori dal coro mentre continua a imperversare – come ha notato il deputato di Fdi Mollicone in commissione di vigilanza – il Pd che “risulta essere tuttora il più presente in tutte le fasce orarie”. Prevalendo addirittura – ha denunciato il parlamentare – in trasmissioni di intrattenimento come UnoMattina e Tv7.

Ma la vergogna è il trattamento riservato a Giorgia Meloni e al suo partito, sempre più sottovalutato rispetto alla presenza parlamentare e anche agli stessi sondaggi in costante ascesa.

Nel mese di gennaio gli argomenti prevalenti sono stati gli immigrati, il reddito di cittafinanza, quota 100, la Tav, l’arresto di Cesare Battisti, l’Italia in recessione. Ebbene, su tutto Fratelli d’Italia ha speso la propria posizione, ma per la Rai sovranista si tratta della faccia del sovranismo da nascondere agli italiani per evitare paragoni con i pasticcioni di governo.

Basti osservare i dati dei telegiornali; in un’informazione monopolizzata dal governo con interviste per il 43 per cento del tempo a suoi esponenti, il Pd riesce a collezionare dichiarazioni per ben il 16 per cento. Forza Italia si salva con quasi il 14 che non ha riscontri in alcuna sede, Fratelli d’Italia parla solo per l’1,6 del tempo graziosamente concesso dai tiggi’. Leu addirittura va poco meglio con l’1,9.

Diciamo che quella percentuale, davvero incredibile e vergognosa, si ottiene grazie al 2,2 del secondo telegiornale – pur se poco – mentre al Tg3 lo spazio per Fratelli d’Italia è appena lo 0,6 (manco fosse una formazione extraparlamentare) e l’1,8 al Tg1. In pratica, la destra italiana deve scomparire dai notiziari della Rai.

Il partito di Giorgia Meloni ha pochissimo tempo in più nei telegiornali di prima serata con il solo 2,3% del tempo. Sappiate che cosa vuol dire: partiti e governo parlano per 171 minuti – quasi tre ore – nel mese di gennaio, a Fdi poco meno di quattro minuti. Presidente Foa, è questo il pluralismo?

Tanto per gradire, a conferma di quanto denunciato da Fdi in vigilanza, c’è il botto del Pd nel programmi di rete, con una percentuale che tocca il 23% del tempo di parola dei partiti. Anche qui per Fdi il diritto a esprimere le proprie opinioni e quelle dei telespettatori a conoscerle è ridotto ad uno striminzito 3,4.

Siccome parliamo di un partito in crescita costante, sarà bene che la Rai cambi registro. Altrimenti avrebbe ragione chi parla dello scippo del canone. Mantenere l’azienda e vedersi beffati è uno spettacolo indegno del cosiddetto cambiamento di cui si vocifera senza lasciarne traccia. Perché evidentemente resta forte ai posti di comando chi non vuole tornare a rivedere la destra.

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