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Nomine Rai, i dolori dell'Ad Salini: l'indecisione che sta bloccando l'azienda
Fabrizio Salini (foto Lapresse)

Da mesi a questa parte, sulla Rai pare incombere un pendolo che oscilla fra aspettativa e delusione, alimentato dai pedissequi annunci di altisonanti nomine di direttori di rete, di notiziari e di "superdirettori" che andrebbero a esautorare i primi; annunci che vengono poi sempre disattesi al CdA successivo, quando si  torna a sprofondare in uno shakespeariano "tanto rumore per nulla". 

L'Amministratore Delegato Fabrizio Salini, che più di ogni altro Direttore Generale della Rai suo predecessore dispone di enormi poteri, si rivela del tutto impotente (o restio) a contrastare le pressioni istituzionali, specie da parte di quel sedicente "movimento dal basso" trasformatosi ben presto nel più partitico dei partiti. Parliamo ovviamente del M5s che tuonava contro l'ingerenza della politica a Viale Mazzini e che, ora, sembrerebbe muovere le fila dell'Ad Rai finanche dal Governo nella figura di Luigi Di Maio, che mai come da quando è stato nominato Ministro degli Esteri pare occuparsi di questioni interne.

L'ultima ingerenza in ordine di tempo è quella del veto grillino a Mario Orfeo, indicato per il Tg3, veto corredato da un incontro fra il capo politico pentastellato e Milena Gabanelli per chiederle la disponibilità di tornare in Rai. "Di Maio è il nuovo capo del personale di Viale Mazzini?" si è domandato a tal proposito su Facebook il Segretario della Vigilanza Rai nonché deputato di Italia Viva Michele Anzaldi. "Altro che interferenze dei partiti sulla Rai, qui saremmo al caso senza precedenti di un ministro e leader di partito che fa addirittura i colliqui per le assunzioni". E ancora: "Per il secondo giorno di seguito l'amministratore delegato e il CdA Rai vengono sconfessati e pubblicamente commissariati, ma continuano a rimanere in silenzio. Il Consigliere eletto dai dipedenti davvero non ha nulla da dire?".

E il Consigliere di Amministrazione Rai nominato dai dipendenti, ovvero Riccardo Laganà, all'Adnkronos dichiara: "Abuso di potere: non trovo altre parole per definire quanto sta accadendo in Rai in queste ore. Un’azienda resa schiava dai partiti che parlano di poltrone e di occupazione di posti senza realmente conoscere le professionalità aziendali con il concreto rischio di danneggiare stavolta definitivamente il bene comune".

Interferenze politiche a parte, i tentennamenti di Fabrizio Salini riguardo alle nomine e i loro relativi rinvii di Consiglio in Consiglio, stanno bloccando di fatto la Rai, con una direttrice di Rai1 - Teresa De Santis - di fatto già esautorata dai continui annunci della sua dipartita a favore di Stefano Coletta attualmente alla guida di Rai3, e quindi impossibilitata da tre mesi a questa parte a lavorare al timone dell'Ammiraglia del Servizio Pubblico (i cui ascolti nel Daytime sono sempre più preoccupanti). Così come operano nell'incertezza le varie figure professionali segnalate per il rinnovo delle cariche. Già perché la Rai  - fin dal settembre scorso - vive nell'insicurezza; una sensazione che pervade i piani alti di Viale Mazzini ma anche gli studi televisivi con conduttori agitati, autori dubbiosi, capistruttura inquieti e così via. L'indecisione di Salini è tale da avergli impedito perfino di assegnare la direzione di Rai2 in occasione della dipartita di Carlo Freccero, assumendone l'interim. 

Interim di Rai2 che, a questo punto, all'Ad conviene tenersi stretto come fece con quello della Fiction l'ex Dg Agostino Saccà nel 2002 assumendolo alla partenza di Sergio Munafò. Tale interim permise infatti a Saccà di restare sulla breccia l'anno successivo quando perdette la carica di Direttore Generale e fino al 2008, costretto poi a lasciare la guida della Fiction a Fabrizio Del Noce. Nel caso in cui nel prossimo CdA fissato per il 10 dicembre prossimo, schiacciato dall'esitazione, Fabrizio Salini, il potentissimo Ad che di fatto non esercita i propri poteri, dovesse rinviare per l'ennesima volta le tanto strombazzate nomine sprofondando il Servizio Pubblico in un'incertezza ancor più profonda, farebbe dunque bene ad aggrapparsi alla guida di Rai2 che potrebbe permettergli di sopravvivere almeno qualche altro mese a Viale Mazzini. Questo perché, a forza di procrastinare il rinnovo delle cariche, potrebbe essere ben presto lui a perdere quella di Amministratore Delegato, rottamato definitivamente dagli stessi partiti ai quali pare non riuscire a tenere testa. 

 

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