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Nomine Rai, profezia di Affari confermata? L'Ad Salini vicino al capolinea
Fabrizio Salini (foto Lapresse)

La profezia (l'ennesima) di affaritaliani - fatta fin dall'ottobre 2019 - rischia di avverarsi. Pare confermato che, lunedì 27 gennaio (in pieni postumi delle elezioni regionali, qualunque possa essere il seguito), il Ministro dell'Economia Gualtieri convocherà l'Ad Rai Fabrizio Salini per comunicargli - in tutta probabilità - il benservito adducendo la giustificazione di un "rapporto di fiducia venuto meno". Il tutto corredato da un autentico ultimatum da parte dell'esponente governativo: o Salini si dimette, o si procederà alla sfiducia di tutto il CdA.

Mesi fa scrivevamo che il perpetuo tergiversare da parte dell'Ad e il "pasticciaccio brutto" delle nomine dei direttori, costantemente annunciate e sempre rinviate all'ultimo momento, per poi essere effettuate nel momento peggiore di tutti (in periodo elettorale e sanremese), gli avevano inimicato tutto l'arco costituzionale, compreso il M5s al quale egli deve la sua carica. Scrivevamo infatti il 25 ottobre scorso (clicca qui per leggere), dopo una "chiamata all'ordine" di Salini da parte del Ministro Patuanelli e del Presidente della Camera Fico, che il M5s esigeva "dall'Ad fatti concreti e al più presto... lasciando intendere che tutti sono utili e nessuno è indispensabile. E che chiunque può diventare sacrificabile". 

Ora che i grillini sono allo sbando e ai minimi storici di popolarità, Salini non è riuscito a trovare nuove sponde (anzi, si è fatto terra bruciata, specie con il Partito Democratico che ha scorto un tentativo da parte dell'Ad Rai di aspettare il ritorno di Matteo Salvini a Palazzo Chigi sperando in un salvataggio) e il recentissimo caso Vespa-Salvini (di cui abbiamo ampiamente disquisito clicca qui per leggere) ha esacerbato oltremodo il tutto forse irrimediabilmente.

Riuscirà egli a salvarsi in extremis? Il Ministro Gualtieri si ricrederà e lo manterrà al suo posto? L'esito delle elezioni in Emilia-Romagna influirà sul fato dell'Ad più potente di tutti ma timoroso (o troppo esternamente ostacolato) a esercitare i propri poteri? E la nostra analisi su un possibile tentativo di boicottaggio del suo ambizioso piano industriale (clicca qui per leggere) potrebbe aver giocato un ruolo chiave nella corsa a un'eventuale destituzione? Ma soprattutto, con Salini potrebbe davvero andarsene anche tutto il CdA? Torna in mente una frase del socialista Claudio Martelli, ormai sepolta nelle nebbie del tempo: "Signori siamo al capolinea, scendano tutti. Anche il conducente". 

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