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MediaTech
Podcast, in cuffia 3,5 mln d’italiani. Il mercato teme i big hi-tec alla Apple

Sono state 119,7 milioni le persone che, a giugno scorso, hanno ascoltato in streaming o download un podcast in tutto il mondo. Di queste, 3,5 milioni d’italiani hanno seguito un file audio tra racconti, attualità e temi specifici come la storia, stando almeno ai dati Voxnest sul mese scorso, certificati Iab (Interactive advertising bureau). Un mercato che è salito di recente agli onori della cronaca ma è già vicino a un primo sconvolgimento: l’arrivo dei colossi hi-tech che, a giudizio degli addetti ai lavori, invaderanno il settore a colpi di forti investimenti e una valanga di produzioni.

Apple come spiega ItaliaOggi, per esempio, ha reso noto di recente che vuole produrre più contenuti originali. E anche adesso «non sei nessuno se non compari nella lista podcast di Apple. Figuriamoci in futuro», secondo altri operatori che temono un effetto analogo a quello di iTunes nella musica. Apple, peraltro, si sta muovendo per contrastare l’avanzata di Spotify, che ha acquisito varie piattaforme podcast tra cui Gimlet Media, Anchor e Parcast. Non va poi trascurato Wondery, network Usa che produce e commercializza podcast, valorizzato dagli investitori oltre i 100 milioni di dollari (più di 89 milioni di euro).
Insomma si prospetta lo stravolgimento di un comparto che ha appena iniziato a strutturarsi per studiare le abitudini dei suoi affezionati (rivelando anche qualche sorpresa). «Interpretare le rilevazioni è di primaria importanza, specialmente in un momento storico come questo», conferma Tonia Maffeo, head of marketing di Voxnest world, «visto che i colossi dell’audio Ict stanno facendo il loro ingresso nel podcasting. È bene quindi che tutta l’industry si confronti sia per capire come ci si muoverà sia per condividere dei data entry con chi sta scommettendo sull’audio». A partire dagli investitori pubblicitari.

Come spiega ItaliaOggi dal monitoraggio delle scelte degli ascoltatori sono emersi dati interessanti, per esempio che negli Stati Uniti, il mercato più evoluto con quasi 63 milioni di pubblico a giugno scorso, pari al 52,6% dell’intera platea, il tema preferito è la religione. Segue la cultura e solo dopo lo sport. Ma se la religione è ascoltata soprattutto tra le 7 e le 8 del mattino e dopo le 21, lo sport ha solo due picchi medi (alle 7 e alle 17) mentre la cultura segue un andamento più omogeneo, pur partendo sempre al rialzo la mattina. Particolare il caso delle news che sembrano ricalcare gli appuntamenti tipici dei telegiornali (alle 8, alle 18 e alle 21 circa). Quindi il podcast può essere l’occasione nelle mani di editori ed emittenti tv per diversificare e inseguire i telespettatori fuori dallo schermo, oltre che per incrementare i ricavi con la produzione di contenuti audio per terzi.

In Europa non cambiano le ore in cui più spesso si ascoltano i podcast: la mattina innanzitutto e in seconda battuta il tardo pomeriggio (quindi prima di lavoro e scuola e, poi, sulla via del ritorno a casa o verso la palestra). Differente è il tema in cima alle preferenze.
Sul Vecchio continente domina l’economia, con un andamento sempre costante durante la giornata ma con un picco dopo le 16. Al secondo posto si conferma la cultura (dalla mattina presto fino alle 17) e, all’ultimo gradino del podio, la psicologia (dalle 7 alle 10 e alle 18 circa). Ma cosa s’intende per cultura? Al momento viene considerato un contenitore di argomenti molto vasto. E per risolvere questo problema della categorizzazione, che non ha nulla di teorico visto che una sua semplificazione aiuterebbe la distribuzione dei contenuti e faciliterebbe l’utente nella ricerca dei temi, la soluzione «potrebbe essere l’intelligenza artificiale, in grado di aiutare il podcaster nello scegliere una categoria o l’altra», conclude Maffeo. A conferma la stessa Apple ha reso noto che ripenserà le sue categorie tematiche e ne aggiungerà di nuove; il tutto entro la fine dell’estate. Altre curiosità sono emerse dai dati Voxnest, su scala globale. La prima riguarda l’Italia che, tutto sommato, non è un mercato podcast così piccolo, posizionandosi al quinto posto dopo Usa, Uk, Australia e Canada. La seconda singolarità porta in Asia, precisamente in Vietnam, il paese che cresce di più.

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