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Rai, fallimento dell'informazione estiva. Il "servizio pubblico" è ormai La7

Rai d'agosto, cittadino informato non ti conosco. Potrebbe essere questo il nuovo slogan della televisione pubblica italiana, dal momento che nell'estate 2018 essa non prevede il benché minimo spazio di approfondimento giornalistico in prima serata.

Lo fa notare anche il deputato dem Michele Anzaldi in un'intervista a Repubblica. "Se la Rai non si dà una mossa finisce male" [...] Stanno succedendo un sacco di cose nel Paese e la sera per capirci qualcosa bisogna guardare La 7 o Rete 4 [...] La Rai ha 1700 giornalisti, possibile che la sera non riesca a mettere in piedi un approfondimento giornalistico anche d'estate, mentre la gente dibatte di vaccini, decreto dignità, Ilva, tagli alle periferie? Invece bisogna guardare Telese. C'è Agorà, la mattina, ma la gente la mattina lavora o sta in spiaggia".

Che La 7 in particolar modo, ma anche Rete 4, nella scorsa stagione abbiano quasi monopolizzato - a parte qualche eccezione - il dibattito politico televisivo in prime time è innegabile, ma in questi mesi estivi la situazione già tragica è ulteriomente peggiorata e la Rai ha totalmente abdicato al ruolo di servizio pubblico per quanto riguarda l'approfondimento dei temi principali di attualità in prima serata. Certo, anche in agosto vi sono i Tg Rai, che tuttavia sono fisiologicamente costretti a dedicare solo un tot di minuti a ciascuna notizia lasciando spesso, nel caso delle vicende più controverse e spinose, più dubbi che certezze. Dubbi che una televisione pubblica degna di questo nome dovrebbe impegnarsi a sciogliere, o almeno provarsi a farlo, per l'appunto, nei programmi di approfondimento trasmessi in una fascia oraria nella quale la maggior parte degli interessati possa fruirne, ovvero quella compresa fra le 20,30 e le 23,00.

Fascia in cui, anche in questo periodo, la sta facendo da padrona La7 con In Onda estate, il talk show condotto da Luca Telese e David Parenzo presente sui teleschermi praticamente ogni giorno all'ora di cena e il giovedì in prima serata. Svolgendo così, a tutti gli effetti, il ruolo di servizio pubblico che invece dovrebbe spettare alla Rai sovvenzionata dal canone e quindi dai cittadini

Fra repliche di fiction già andate in onda nel periodo di garanzia, film di scarso richiamo ed eventi speciali  in giro per l'Italia a esclusivo uso narcistico dei notabili delle località coinvolte, la prima serata estiva della Rai è invece oggi sempre più simile a quella di una TV privata, laddove il canale di Urbano Cairo discetta invece ogni sera di politica e di attualità. Un paradosso che può essere senz'altro suggestivo a raccontarsi, ma che decreta il fallimento assoluto della Tv pubblica, della quale un tempo l'informazione e l'approfondimento giornalistico erano motore, vanto e fiore all'occhiello. 

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