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Rai, il M5s dà lo sfratto a Foa: "Faccia gli scatoloni e liberi la scrivania"
Marcello Foa, Presidente Rai

Com'è strana la vita. Quella in Rai, poi, è un mondo a parte. Un anno e mezzo fa, Marcello Foa era richiesto a gran voce dalla Lega, ma con l'appoggio entusiasta del M5s, che - di fronte alle levate di scudi del Pd contro il più sovranista dei giornalisti - arrivò a stracciarsi le vesti difendendolo a spada tratta.

Oggi, i primi a volerlo cacciare dalla Rai sono proprio i grillini che, attraverso il Vicepresidente della Vigilanza Rai Primo Di Nicola (M5s), esortano il Presidente a fare gli scatoloni e a liberare subito la scrivania a Viale Mazzini.

L'esponente M5s tuona al riguardo sulle pagine della Stampa in un'intervista nella quale parla senza mezzi termini di dimissioni dovute da parte di Foa, malgrado lui (Di Nicola) e gli altri commissari pentastellati lo abbiano "sostenuto e votato per ben due volte". 

Di Nicola parla di condizioni mutate rispetto a un anno fa, di "tradimento del mandato" e di "scarsa adeguatezza al ruolo" del vertice Rai in quota Carroccio. Difendendo invece l'operato dell'Ad espresso dai 5 Stelle, ovvero Fabrizio Salini, il cui piano industriale sarebbe fermo per colpa del Mise (invocando in tal senso lo sblocco celere da parte del Neo-Ministro Patuanelli), e sottolineando le "invasioni di campo" da parte di Foa, il vicepresidente della Vigilanza non sposa la linea del segretario della stessa Commissione, ovvero il dem Michele Anzaldi, che, "convinto dell'irregolarità della votazione", è persuaso che per far cadere Foa basterebbe il "riconteggio delle schede". A detta di Di Nicola, insomma, non è riesaminando le schede che Foa dovrebbe risolversi a lasciare Viale Mazzini ma per tutta una serie di problematiche sostanziali legate alla sua presidenza, fra cui le suddette, continue, invasioni nel campo di Salini.

Di Nicola auspica poi l'affidamento della gestione della Rai a un organismo indipendente "sul modello britannico", mettendo così al riparo l'azienda dalle invasioni della politica. Quella politica che, in campagna elettorale per le consultazioni del 4 marzo 2018, secondo M5s e Lega avrebbe dovuto restare fuori da Viale Mazzini, per poi dimenticarsi completamente di tal proposito una volta approdati a Palazzo Chigi. Per quanto riguarda la "lottizzazione" da parte del M5s, che ora si erge immacolato a difesa dell'indipendenza della Rai, basti pensare a tutti i personaggi in quota Vincenzo Spadafora (responsabile grillino per le questioni del Servizio Pubblico Radiotelevisivo) inseriti nei vari palinsesti televisivi a ogni ora del giorno. Ma questa è un'altra storia, nonché vexata quaestio di fronte alla quale tutti i partiti sono stati e sono peccatori.

Primo Di Nicola chiude l'intervista con una metafora calcistica: "quando una squadra è in crisi" -  riconoscendo quindi le difficoltà nelle quali versa la Rai, e in particolar modo l'Ammiraglia - "occorre cambiare l'allenatore". Se poi si sostituisse anche, aggiungiamo noi, qualche giocatore non sarebbe male. 

Quanto a Michele Anzaldi, il Segretario della Commissione di Vigilanza ha twittato al riguardo: "Foa non ha più la maggioranza in commissione di Vigilanza. Con la richiesta di dimissioni del senatore M5s Di Nicola, vicepres. della commissione, il presidente Rai perde la fiducia di chi lo ha eletto (con un solo voto di scarto). Si dimetta subito, la parola torni al Parlamento". 

 

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