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Il Giornale, guerra per i tagli. Il sovranismo fa affondare Sallusti
Alessandro Sallusti

C’è molta agitazione a Il Giornale da quando l’azienda ha ripreso il piano per lo stato di solidarietà, che taglierà del 30% gli stipendi, senza più nemmeno, secondo le nuove leggi, la copertura parziale da parte di Inpgi e ministero del Lavoro. La vita diventerà difficile per molti. Per questo l’assemblea ha votato un pacchetto di 5 giorni di sciopero messi a disposizione del cdr, che sta per iniziare una trattativa in vecchio stile, con i sindacati e la Fnsi, come racconta Il Fatto Quotidiano. Ci sono già stati due stati di crisi, con prepensionamenti che hanno portato la redazione da 150 a 75 giornalisti in tre lustri, ma dichiarare 22 esuberi e per la prima volta tocca gli stipendi.

Dopo essersi liberata di Panorama, la Mondadori vuole cedere pure le sue quote del Giornale, il 36,9%. Marina Berlusconi se ne va e resta Paolo, attraverso due società che arrivano al 63%. Un nuovo socio c’è già: Roberto Amodei, editore di Corriere dello Sport e Tuttosport. L’altro potrebbe essere Fabio Franceschi, proprietario di Grafica Veneta (stampatore di Harry Potter). I conti non sono buoni: 6 milioni di passivo nel 2017, che potrebbero salire a 9 nel 2018. Promesse di investimenti e rilancio mai mantenute e le vendite, come per tutti, calano: a settembre le copie in edicola sono state 55 mila, – 9,8% rispetto a un anno fa.

Per i giornalisti è anche colpa dell’ambiguità della linea politica, schierata contro i 5 Stelle e parzialmente contro Salvini, perché bisogna comunque fare i conti nel centrodestra. Invece i lettori, a giudicare da lettere e mail, chiedono un appoggio incondizionato al leader della Lega, altrimenti passano a Libero o alla Verità. Insomma, se il bastone e carota usato con la Lega può avere senso per B, come linea editoriale non funziona. Se ne sono accorti al sito web, che ha una linea molto più salvinian-sovranista, ma poi i due mondi non si parlano e il sito, altra bizzarra anomalia, risponde a un’altra società. Sono giornata molto difficili quindi per Alessandro Sallusti, che è sempre stato amato dai suoi giornalisti, che però ora si sentono traditi e abbandonati. Non si esclude un voto di sfiducia nei suoi confronti.

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