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Medicina
"C'è un nesso tra vaccinazione e democrazia"

La bella e fascinosa parola immunità, legata immeditamente a malattia, è rieccheggiata più e più volte tanto da essere il filo rosso di un incontro-confronto tra Andrea Grignolio, storico della Medicina alla Sapienza, e autore del libro, oggetto della discussione, 'Chi ha paura dei vaccini?' alla libreria romana Odradek, e il Gruppo Storia dell'Associazione culturale Amore & Psiche.

Con una novità in assoluto: il forte nesso tra vaccini e democrazia, come lo stesso Grignolio mette subito in grande risalto: "è stata la prima volta che in un confronto pubblico una platea attenta e preparata ha colto a pieno con interventi di qualità il nesso che c'è tra la vaccinazione, atto di responsabilità individuale, e la democrazia, perchè essa è anche un atto di responsabilità collettiva: la mancata vaccinazione non a caso mette a rischio gli altri facendo venir meno l'immunità di gregge".

Affermare così il principio medico-scientifico della immunità dalla malattia - e nello specifico dalle malattie infettive come il morbillo e il tetano, il vaiolo e la rosolia, come le peste e la malaria - subito toglie di mezzo la credenza religiosa del Male quale Ombra del Divino per il trionfo del Bene e la negazione della scienza medica e dei suoi innegabili progressi: antibiotici, farmaci salvavita, chemioterapia, Rx, Tac, Pet.

Ce la possiamo fare con i no-vax e quindi conseguire l'immunità di gregge: i radicali o talebani contrari ai vaccini che si esprimono per lo più sulla Rete, in realtà rappresentano una quota minoritaria, non più del 5%, aggiunge Grignolio che fa sue le considerazioni di Elena Cattaneo e di Roberto Burioni - siamo tornati all'uomo delle caverne - sul caso della bimba morta al Bambin Gesù di Roma per morbillo, malattia che ha contagiato il Settebello alla vigilia dei mondiali di pallanuoto.

La scienza è esatta e all'epidemiologia non si sfugge: i dati dicono che ogni 2-3 mila casi di morbillo, c'è da aspettarsi un decesso e così avviene. Questi dati non sono opinioni ma fatti. Spaventa allora che nel 2017 ci siano persone che ostinatamente si rifiutano di prenderli nella dovuta considerazione e serietà, chiosa lo storico della Medicina rimasto ben impressionato dal livello del confronto avuto alla libreria Odradek con psichiatri e psicoterapeuti (Francesco Savero Calabresi e Alberto Lattanzi) e medici specialisti( Ester Ferlisi, Massimo Covini, Quinto Tozzi) e studiosi di filosofia, letteratura e storia (Noemi Ghetti).

E dall'incontro-confronto su vaccini e democrazia è venuto fuori un messaggio per la classe medica: se il rapporto medico-paziente è un rapporto privato e tale deve restare, esso però va arricchito sia con l'ascolto oltre che del disturbo anche del vissuto del paziente per colmare un vuoto abilmente sfruttato dalle medicine alternative, e sia con un ruolo pubblico del medico con un'informazione più marcata e presente in quanto l'arte medica non può prescindere dal sociale e dalla società.

Insomma, un rapporto che deve essere contemporaneamente privato e pubblico o sociale perchè anche l'operatore della medicina sia organica che psichiatrica e psicoterapeutica concorre con il suo ruolo e la sua formazione, come il vaccino, alla salvaguardia e allo sviluppo della democrazia. E questo è l'avvio di un nuova e originale ricerca sulla cultura, sul quel che ribolle nella pancia e nella testa della società, in cui opera lo scienziato, il medico, come lo psichiatra e lo psicoterapeuta. 

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