Cancro: l'Adroterapia entra a far parte far parte delle terapie del SSN
Borloni, Fond. CNAO: "Risultato importante. Ne beneficeranno almeno 4500 pazienti in Italia"
Tutti i cittadini italiani potranno avere accesso diretto all’adroterapia all’interno del Sistema Sanitario Nazionale: lo stabilisce il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui nuovi Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) pubblicato sabato 18 marzo in Gazzetta Ufficiale.
L’adroterapia è una forma avanzata di radioterapia, che al posto dei raggi X e degli elettroni, utilizza fasci di protoni e ioni carbonio, più efficaci nel colpire i tumori che resistono alla tradizionale radioterapia e non sono operabili.
Fino a oggi le cure con adroterapia erano erogate solo all’interno del Sistema Sanitario Regionale di Lombardia e Emilia Romagna. I pazienti provenienti da altre regioni potevano accedere alle cure solo dopo l’autorizzazione della propria ASL di residenza.
Il presidente della Fondazione CNAO, Erminio Borloni, ha commentato: “L’inserimento dell’adroterapia nei nuovi LEA è un risultato importante perché mette a disposizione di tutti i cittadini una terapia avanzata sui cui l’Italia è all’avanguardia mondiale. Stimiamo che nel nostro Paese ci siano almeno 4500 pazienti oncologici ogni anno che necessitano dell’adroterapia come migliore risposta terapeutica alla loro malattia".
La Fondazione CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, ha già trattato con adroterapia oltre 1200 pazienti italiani e stranieri. CNAO è uno dei soli 6 centri al mondo capaci di effettuare trattamenti di adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio.
Il decreto sui nuovi LEA prevede trattamenti di adroterapia (protoni e ioni carbonio) per dieci patologie tumorali: cordomi e condrosarcomi della base del cranio e del rachide, tumori del tronco encefalico e del midollo spinale, sarcomi del distretto cervico-cefalico, paraspinali, retroperitoneali e pelvici, sarcomi delle estremità resistenti alla radioterapia tradizionale (osteosarcoma, condrosarcoma), meningiomi intracranici in sedi critiche (stretta adiacenza alle vie ottiche e al tronco encefalico), tumori orbitari e periorbitari (ad esempio seni paranasali), incluso il melanoma oculare, carcinoma adenoideo-cistico delle ghiandole salivari, tumori solidi pediatrici, tumori in pazienti affetti da sindromi genetiche e malattie del collageno associate ad un’aumentata radiosensibilità, recidive che richiedono il ritrattamento in un’area già precedentemente sottoposta a radioterapia.
Gli strumenti dell’adroterapia. I fasci di protoni e ioni carbonio sono prodotti da un acceleratore di particelle (sincrotrone), simile a quelli del CERN di Ginevra, alla cui realizzazione hanno lavorato 600 aziende e a cui hanno collaborato numerosi enti tra cui INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), le Università di Pavia e Milano, il Politecnico di Milano e il CERN di Ginevra.
Il sincrotrone del CNAO può generare sia fasci di protoni che di ioni carbonio, particelle più pesanti e dotate di maggiore energia, capaci di spezzare con maggiore forza il DNA delle cellule tumorali e impedire loro di riprodursi.
“Grazie agli ioni carbonio” - spiega Borloni – “trattiamo anche altre patologie radioresistenti come tumori al pancreas, al fegato, prostata ad alto rischio, recidive di tumori del retto e glioblastomi operati, oltre che recidive di tumori già irradiati con radiazioni convenzionali. Ci auguriamo che presto anche le patologie attualmente non previste possano rientrare tra i nuovi LEA grazie ai lavori della Commissione ministeriale”.