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Medicina
Diabete, cosa mangiare per prevenirlo. I cibi consigliati dagli esperti

3. La persona col diabete deve stare sempre a dieta

Il controllo del peso corporeo è essenziale per ottenere e mantenere un buon compenso glicemico e per evitare lo sviluppo di complicanze. Per farlo non si devono adottare diete drastiche o inadeguate, impossibili da seguire. 

“Per un limitato periodo di tempo e con il solo obiettivo del calo ponderale – precisa la dottoressa-  possono essere seguite diete particolari sotto stretto controllo medico e dietologico. 

Assolutamente sconsigliate invece le ‘diete fai da te’ o ideate da persone non qualificate (parenti, amici, vicini). Il diabete è una malattia seria, multi-organo che può portare a gravi danni ai vari apparati o a disfunzioni anche a causa di misure dietetiche non appropriate o scorrette.  

Conviene seguire una dieta ragionevole da applicare con regolarità anche per tutta la vita: un po’ meno pasta, un po’ meno pane, pesce e legumi come alternativa alla carne, poco formaggio e pochi salumi, molta verdura, sempre la frutta, pochissimi dolci”, conclude la dottoressa. 

 

Dieta mediterranea e diabete

“La migliore dieta resta quella mediterranea – precisa la dottoressa Savulescu - equilibrata dal punto di vista nutrizionale, completa, ricca di fibre provenienti da ortaggi, frutta e verdura e di cereali integrali e povera di grassi di origine animali. È una dieta che è in grado di:

ridurre gli eventi cardiovascolari maggiori;

limitare l’incidenza di diabete del 52%.

Va incoraggiato il consumo di pesce, specie azzurro, 2-3 volte alla settimana per l’apporto in Omega3 e di moderate quantità di semi e noci per gli Omega6. Via libera a tutte le verdure: verdure a foglia come insalate, biete, spinaci, cicorie, ortaggi a radice, carote, barbabietole, rape, broccoli, finocchi, verze e cavoli. 

Legumi e vegetali oltre ad assicurare l’apporto nutritivo in vitamine, sali minerali e fibra contribuiscono ad aumentare la sazietà di fronte ad un basso introito calorico.”

 

I consigli alimentari per chi soffre di diabete

La responsabile dell’Ambulatorio di Endocrinologia e Diabetologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia fornisce alcuni consigli alimentari a chi soffre di diabete. 

In particolare approva il consumo di: 

prodotti integrali: perché ricchi di fibra e perché conferiscono una maggiore sazietà, considerando che integrale non vuol dire ‘senza zucchero’ e che non si intende un tipo di pane arricchito di semi oppure condito;

 

dolcificanti: in basse quantità per dolcificare, sia quelli naturali come la stevia che sintetici come aspartame e saccarina, in quanto privi sia di zuccheri che di calorie. Attenzione a sorbitolo e fruttosio, apportano 4 calorie/grammo come lo zucchero che vogliamo limitare.

 

Il medico sottolinea di fare attenzione a:

cioccolato/dolci e biscotti ‘senza zucchero’: sono alimenti che utilizzano come dolcificante il sorbitolo e possono sostituire i prodotti relativi zuccherati. Va fatta attenzione alle quantità perché arricchiti di grassi.

 

Bibite light: sconsigliate perché favoriscono e perpetuano il bisogno di “dolce”, favorendo l’aumento di peso e l’obesità. Riducono l’idratazione corretta dell’organismo e contengono coloranti/conservanti, quindi meglio non consumarli in caso di ipoglicemia.

 

L’importanza di non sottovalutare il diabete

“Non essere consapevoli della serietà e della potenziale gravità della malattia diabetica - spiega la diabetologa - è il problema principale. Il diabete non va trascurato, né sottovalutato in quanto non può essere considerato una malattia banale. 

La mancanza o scarsità dei sintomi, sia all’esordio che durante il decorso della malattia, può solo farlo presumere. Infatti molto spesso il diabete viene diagnosticato con 7-8 anni di ritardo oppure in concomitanza con il riscontro di qualche sua complicanza.”

L’assenza di un vero e proprio sintomo oppure la presenza di sintomi lievi, trascurabili oppure non adeguatamente compresi o correlabili al diabete, anche in presenza di uno scarso compenso, sono il vero tallone di Achille della persona con diabete. 

“Il diabete – precisa la dottoressa - è una malattia potenzialmente grave che richiede grande consapevolezza e massima applicazione da parte della persona affetta che va anche supportata da un team di cura. Diversamente dalla maggior parte delle malattie, il diabete non può essere curato da un solo medico, ma richiede un lavoro di squadra, pluridisciplinare (diabetologo, cardiologo, vascolare, oculista, nefrologo, dietologo, ecc). 

Il paziente diabetico deve essere un ‘paziente attivo’, consapevole della propria patologia; incoraggiato e sostenuto dai professionisti che lo seguono, rimane al centro del proprio percorso di cura”, conclude la specialista.   

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