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Medicina
Ondate di calore, Federanziani: ‘Situazione allarmante, anche in tante RSA’

L'ondata di calore su gran parte delle regioni e delle città italiane non accenna a diminuire. Anzi per le prossime giornata la situazione è destinata a peggiorare. 

Si stanno ripetendo le condizioni per una nuova emergenza sanitaria della terza età. Vale la pena ricordare quanto accadde con le ondate di calore dell'infernale 2003

L'Istituto Superiore di Sanità accertò che tra il giugno e il settembre di quell'anno vi fu una impennata di mortalità tra la popolazione anziana, proprio dovuta al gran caldo di quella estate. Si contarono almeno 2mila decessi oltre la media annuale (sempre nella fascia d'età over 80). 

Per quanto riguarda le singole città, meritano attenzione i valori che furono osservati a Torino, con un raddoppio abbondante dei morti (incremento del 108%), seguito da L’Aquila (105%), Genova (79.4%), Perugia (75.4%), Milano (69.3%), Bologna (54.5%) e Roma (51.5%) (fonte ISS)

 

Appello di Federanziani

Il Presidente di Federanziani, Roberto Messina, afferma ad Affaritaliani: "Quello geografico è solo uno dei tanti fattori di cui tener conto. Siamo molto allarmati non solo per diverse aree del nostro Paese in cui la situazione è particolarmente pesante come nel caso della Puglia, ma anche per tutti quegli anziani che vivono nelle situazioni più a rischio, ovvero soli nelle grandi città, oppure  all’interno di strutture come case di riposo, tante, troppe RSA e case famiglia che non rispettano le norme di sicurezza e nelle quali magari gli impianti di aria condizionata funzionano a singhiozzo"

C'è sufficiente comunicazione sui rischi per gli anziani da parte delle autorità competenti?
"In questi casi la comunicazione non è mai troppa - continua Messina -  la tendenza a sottovalutare l’allarme è ancora molto diffusa come vediamo dai tragici bollettini che si ripetono ogni anno. Bisogna ricordare non soltanto di non uscire nelle ore più calde, consiglio che può sembrare scontato ma che non ci stanchiamo mai di ripetere, ma anche di non dimenticare l’importanza di bere molta acqua, visto che negli anziani lo stimolo della sete si attenua. Bisogna ricordare di non interrompere le terapie, cosa che invece avviene soprattutto d’estate, E insegnare a riconoscere i sintomi del colpo di calore per chiedere immediatamente soccorso". 

Siamo di fronte al rischio di un nuovo disastro come nel 2003, a fronte di tutto quanto è già costata l'epidemia Covid?

"Purtroppo il rischio è concreto, a maggior ragione considerato che dopo tanti mesi di reclusione in casa a causa del Covid tutti, anche i più anziani, hanno desiderio di uscire di casa. Bisogna farlo con le dovute cautele e gli enti sul territorio devono garantire il massimo supporto in particolare agli anziani soli" conclude Messina. 

 

 

 

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