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Medicina
Quale olio fa bene e quale olio fa male: i benefici dell'olio EVO

Quale olio fa bene e quale olio fa male

L’olio è un toccasana per la salute, ma dipende dalla tipologia e dalla qualità. L'olio considerato più dannoso è l'olio di palma, mentre l'olio extra vergine di oliva è apprezzato per i suoi valori nutrizionali e le sue azioni benefiche per il nostro organismo. Vediamo dunque quale olio fa bene alla salute e quale fa male.

Quale olio fa più male: al primo posto l’olio di palma, seguito da quello di colza

Il primo posto nella classifica degli oli dannosi per salute è occupato dall’olio di palma. Si tratta di un acido palmitico, dunque un grasso saturo, spesso collegato dagli studi scientifici all’insorgere del diabete. L’olio di palma danneggia infatti le cellule betapancreatiche responsabili della produzione di insulina, scatenando così lo sviluppo della malattia.

Il dottor Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e ricercatore del Cra-Nut, ha però spiegato che in realtà: “I rischi sono legati all’eccessivo consumo di grassi saturi e non a una singola fonte alimentare. L’olio di palma s’è diffuso quando si è cercata un’alternativa alla margarina ed è oggi molto utilizzato perché assicura una buona fragranza a tutti i prodotti da forno”. Esso è infatti utilizzato in molti prodotti da forno, in particolare in quella per la colazione, poi nei brodi nelle creme spalmabili, in numerosi piatti pronti e anche nelle zuppe. E' ricco di acidi grassi saturi che, se consumati in quantità eccessiva, possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Nel magazine della Fondazione Umberto Veronesi viene però precisato che anche il burro e l’olio di cocco contengono una grande quantità di acidi grassi saturi, ma non sono entrati nel mirino come è invece successo per l’olio di palma.

“L’olio di palma è uno dei pochi oli vegetali saturi e, come tale, favorisce la crescita delle placche aterosclerotiche all’interno delle arterie. Sostituirlo, però, non è così facile: costa poco e assicura una buona resa” ha aggiunto Giulio Marchesini Reggiani, direttore del dipartimento di dietologia clinica al policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna.

Segue nella classifica l’olio di colza, spesso usato dall’industria alimentare. L’acido erucico in esso contenuto causa danni soprattutto al fegato. È piuttosto diffuso perché molto economico e viene fatto passare come olio vegetale, in realtà non è spremuto a freddo. Molti ristoranti lo utilizzano per la frittura di alimenti, tuttavia può essere dannoso per la salute.

L’olio di girasole e gli oli di semi fanno bene o fanno male?

Gli oli di semi, spesso utilizzati per friggere, sono ottenuti tramite un processo di estrazione che prevede anche l’utilizzo di sostanze tossiche, fra le quali il solvente esano. Il problema non è solo il modo in cui vengono ottenuti, che include peraltro l’uso di sostanze deodoranti e lo sbiancamento, ma anche l’elevato contenuto di Omega 6. Questi grassi, se assunti in quantità eccessiva, provocano infatti infiammazioni che, a loro volta, possono essere causa di diverse malattie, fra le quali il cancro, il diabete e problematiche cardiovascolari.

Quale olio fa bene: i benefici l’olio extra vergine di oliva

L’olio extra vergine di oliva ha moltissime proprietà benefiche. È da sempre considerato un alimento salutare e un ottimo rimedio naturale. È completamente digeribile e dotato di un eccellente valore nutrizionale. Contiene infatti vitamine, antiossidanti ed è ricco di acidi grassi insaturi.

L’olio extra vergine di oliva previene le malattie cardiovascolari, svolge un’azione antinfiammatoria, ha un funzione antidolorifica ed ha anche un effetto lassativo. Contribuisce a mantenere sotto controllo il colesterolo cattivo, aumentando quello buono. Ritarda inoltre il deterioramento mentale e consente di tenere a bada la pressione arteriosa. Fa anche sentire sazi prima, è dunque molto utile per mantenere il peso forma. È spesso utilizzato nelle creme fai da te per la bellezza della pelle e dei capelli.

Olio extra vergine di oliva controindicazioni: come conservarlo

L’olio extra vergine di oliva è molto calorico, proprio per questo va assunto con moderazione. Va consumato entro 12 o 18 mesi dalla data di produzione e va conservato preferibilmente al buio e in un luogo fresco. Dato che si ossida con facilità a contatto con l’aria, le latte che lo contengono non andrebbero mai tenute mezze vuote e non bisognerebbe rabboccare continuamente le bottiglie, per evitare che entri aria.

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