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Medicina
Torino, riacquista la vista con autotrapianto: intervento primo al mondo

Torino, le fasi dell'innovativo autotrapianto

In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto. In questo innovativo intervento, è stato realizzato un autotrapianto dell'intera superficie oculare, prelevata dall'occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. "In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell'occhio sinistro, mentre l'occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali - afferma Reibaldi - abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola, perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali". "L'intervento è stato eseguito prelevando dall'occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo" piegano Reibaldi e Sarnicola.

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Reibaldi e Sarnicola continuano: "In pratica un terzo dell'occhio sinistro è stato autotrapiantato nell'occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere". "La vera novità consiste - precisa Sarnicola - nell'aver allargato il trapianto corneale all'intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l'occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico". "L'intervento è stato straordinario - proseguono - e il paziente, oggi dopo due settimane ha ripreso a vedere e si muove autonomamente. Siamo molto emozionati e ci aspettiamo un successo duraturo nell'occhio destro, perché ricostruito con tessuti propri del paziente e quindi potenzialmente al riparo dai problemi di rigetto che hanno afflitto i precedenti trapianti".

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