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Medicina
Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology”

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology”, con un bando rivolto agli oncologi che premia l'innovatività nella comunicazione per migliorare l'alleanza medico-paziente.


Il progetto è stato presentato oggi a Milano, presso il centro comunicazione di Bayer, e, come spiegato dal Direttore Business Unit Oncology Salvatore Vitale, è finalizzato a condividere esperienze cliniche nelle quali modalità innovative di approccio personalizzato si siano rivelate utili per dar vita a una migliore alleanza medico-paziente.


Si è partiti dal dato riguardante i nuovi casi di tumore del colon-retto in Italia. In sette anni sono aumentati del 6,5% (da 49.720 nel 2011 a 53.000 nel 2017), ma d'altro canto è migliorata la possibilità di sopravvivenza: il 65% dei pazienti è ancora vivo a cinque anni dalla diagnosi. Le nuove terapie disponibili hanno allungato la sopravvivenza-media a 30 mesi, contro i 12 di due decenni fa.

Sono rilevanti le differenze geografiche. Questo tipo di tumore colpisce di più al Nord: l'incidenza è superiore del 15% tra gli uomini e del 12% tra le donne. Al Sud, il maggior consumo di frutta e verdura protegge dal rischio di questa neoplasia.


Carmine Pinto, Direttore Oncologia Medica dell'IRCCS Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, ha spiegato: “L'approccio clinico personalizzato e l'alleanza terapeutica con i pazienti e i loro familiari sono fattori chiave per affrontare la complessa gestione delle persone colpite dalla forma metastatica”.


La prima iniziativa legata al progetto di Bayer è il bando “Evolving Oncology: casi clinici di successo nella gestione del paziente con carcinoma del colon-retto metastatico”. Il bando è indirizzato agli oncologi che, registrandosi sul portale www.evolvingoncology.it potranno presentare fino a due casi clinici, evidenziando le modalità di gestione del rapporto con il paziente e con i caregiver, nonché l'eventuale utilizzo di strumenti di digital health a supporto. 


Tutti i medici registrati su www.evolvingoncology.it potranno votare i progetti in concorso. I primi 20 casi accederanno alla valutazione di una commissione giudicatrice costituita, oltre che da Carmine Pinto, da Erika Martinelli (Oncologia Medica Dipartimento di Medicina di Precisione dell'Università degli Studi della Campagnia L.Vanvitelli di Napoli), Filippo Pietrantonio (Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell'Università degli Studi di Milano), Mario Scartozzi (Direttore Oncologia Medica presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari) e Alberto Zaniboni (Direttore Oncologia Medica della Poliambulanza di Brescia). 

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology” - I PREMI:

I criteri di giudizio non includono “solo” i risultati raggiunti in termini di efficacia della terapia, ma anche l'innovatività (soprattutto in termini di digital health) e la potenzialità replicabilità dell'approccio utilizzato. I tre casi clinici più votati si aggiudicheranno i premi in palio,  uno dei quali andrà a un oncologo Under 35: ciascun vincitore sarà invitato al Congresso “Gastrointestinal Cancers Symposiym ASCO GI”, in programma a San Francisco dal 17 al 19 gennaio 2019.


Alberto Zaniboni (Direttore Oncologia Medica della Poliambulanza di Brescia) ha detto: “Il 25% delle diagnosi di tumore del colon-retto avviene in fase avanzata. Gli importanti passi in avanti nella cura di questi pazienti sono stati ottenuti perché abbiamo a disposizione due rilevanti innovazioni: la caratterizzazione molecolare con la determinazione delle mutazioni dei geni RAS e BRAF, che ci permettono di selezionare i pazienti per il trattamento con farmaci biologici e l'introduzione di farmaci orali di prima e seconda generazione che favoriscono l'adesione alle terapie. In particolare un farmaco orale, regorafenib, ha evidenziato un'attività antineoplastica e gli studi clinici internazionali si sono dimostrati efficaci rispetto alla miglior terapia di supporto”.

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology” - INTERVISTA A ROBERTO ASCIONE

Ha partecipato alla presentazione anche Roberto Ascione, CEO di Healthware International e autentico "guru" della digital health, il quale ha detto: "Il digitale può comportare una rivoluzione nel settore della salute paragonabile a quelle già verificatesi con le nuove modalità di fruizione della musica o con l’e-commerce. L’impatto è ormai radicale e pervasivo, su tutti i settori. Nella salute va detta una cosa in più: la tecnologia, in senso generale, si rivolge prevalentemente alla cura (in termini di diagnosi, terapia, ecc….), mentre la digital health comporta un significativo cambiamento anche dal punto di vista del paziente, rivoluzionando il modo nel quale esso si informa e si relaziona con il medico e la struttura ospedaliera. Basti pensare al grosso cambiamento che già Google e Wikipedia hanno comportato nel nostro modo di rapportarci alla malattia e alla cura, al netto delle giuste preoccupazioni sulla corretta informazione".

"La digital health ha un impatto economico e strutturale più ampio, che entra a pieno titolo nella sfera sociale", ha proseguito Roberto Ascione. "Oggi il Sistema Sanitario Nazionale si occupa di tutto, ma grazie a questi strumenti il paziente sarà sempre più autonomo. Arriveremo a forme di autodiagnosi e allo spostamento delle funzioni di triage dal Pronto Soccorso o dal medico di famiglia al paziente stesso, grazie alle modalità semiautomatiche che potremo introdurre grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale".

"La medicina odierna è molto orientata sull’intervento, mentre quella del futuro sarà sempre più focalizzata sulla prevenzione. Questo è un passaggio necessario, perché la gestione della situazione attuale è davvero molto complessa. La digital health ci darà una grossa mano, rendendoci sempre più attenti nei confronti dei vari aspetti della prevenzione, che oggi trascuriamo perché richiede la gestione di troppi dati: quelli che produce il nostro corpo, ma anche quelli che produciamo in ogni contatto con i medici. Ogni volta che andiamo dal dottore, una parte rilevante della visita è dedicata alla ricostruzione dell’anamnesi, mentre con il digital health sarà possibile conservare questi dati in maniera facile e precisa, permettendo al medico di usare dei software che lo aiuteranno a scegliere la migliore strategia terapeutica e a sviluppare la più efficace alleanza col paziente". 

"Il digitale renderà medicina più umana, proprio perché riporterà al centro il paziente. Oggi è difficile pensare che lo sia davvero, al di là delle enunciazioni di principio: basti pensare alle difficoltà che si incontrano ogni volta che si deve prenotare un esame… In futuro, sarà possibile farlo attraverso dei chatbot connessi ai nostri dati personali. La personalizzazione è fondamentale soprattutto in oncologia, dove ogni caso è diverso e richiede una terapia specifica. L’impatto della digital health è su diversi livelli: la comunicazione e l’empowerment del paziente, l’accesso a materiali educazionali personalizzati, la gestione dei propri dati e, dal lato di chi presta assistenza, una collaborazione sempre più stretta ed efficace tra tutti coloro che fanno parte del ‘careteam’ ".

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology” - INTERVISTA A FLORIANO BONFIGLI

Floriano Bonfigli ha partecipato all'evento per dare una testimonianza, con la case-history relativa a Collabobeat: "Siamo una delle start-up che hanno beneficiato di Grants4Apps Italy, il programma di open innovation di Bayer, lanciata per selezionare le startup più innovative nei campi Salute e Agricoltura. Abbiamo trascorso 100 giorni ‘nella stanza dei bottoni”, come amo definire questo periodo trascorso in Bayer. Il nostro progetto riguarda una piattaforma finalizzata a gestire la comunicazione tra medico e paziente, strutturata in maniera verticale sull’oncologia. Abbiamo scelto questo ambito perché il mercato ci ha orientato in questa direzione. Infatti, abbiamo presentato il progetto agli Ospedali Riuniti di Ancona e il loro feedback ha evidenziato la necessità di implementarlo nel reparto di oncologia pediatrica: non riuscendo a gestire i forti flussi di telefonate da parte di genitori preoccupati, avevano bisogno di una soluzione come la nostra".

"È stato un caso di successo, perché abbiamo risolto un problema in maniera semplice. Con un sistema di messaggistica simile a quelli che tutti noi usiamo ogni giorno, abbiamo creato una rete di comunicazione tra i medici e i pazienti che, una volta dimessi, ricevono le linee-guida su come comportarsi nei passi successivi e, a loro volta, possono porre domande o inviare analisi ed altre informazioni ai medici. Si tratta di uno strumento da utilizzare tra una visita e l’altra e che facilita i rapporti, visto che in molti casi queste comunicazioni passano ancora attraverso fax e telefonate".

 

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology” - INTERVISTA A MARIUS MOSCOVICI


Marius Moscovici, Responsabile della Medical Unit Oncology di Bayer, ha spiegato: "Promuovere l’educazione scientifica fa parte della mission della nostra azienda. In ambito oncologico siamo convinti che ci sia molto spazio per questo genere di attività, da svolgere non solo attraverso gli studi clinici, ma anche diffondendo esempi reali che servano per identificare comportamenti virtuosi, finalizzati a compiere la migliore scelta terapeutica e per identificare la più efficace alleanza tra medico e paziente. In questo tipo di lavoro è fondamentale l’integrazione con l’approccio innovativo garantito dai tool digitali, nonché identificare le modalità corrette per superare le barriere di accesso alla terapia, che sono di tipo sociale, culturale, logistico e legato ai policy makers. Grazie ai tool digitali, puntiamo ad un più rapido scambio di informazioni, esperienze ed evidenze. Attraverso il “Big Data”, le informazioni relative ai pazienti saranno utilizzate in maniera più efficace, contribuendo alla formulazione di migliori soluzioni terapeutiche". 

 

Tumore del colon-retto: Bayer lancia il progetto “Evolving Oncology” - INTERVISTA A  SALVATORE VITALE

Salvatore Vitale, Direttore della Business Unit Oncology di Bayer, ha affrontato l'impotanza degli aspetti economici: "In Italia parliamo spesso delle singole carenze del SSN, ma ne trascuriamo il valore: oggi tutti hanno un accesso totale alle cure e, semmai, bisogna preoccuparsi della sua sostenibilità economica. Questo si può fare rivedendo anche diversi altri aspetti: non solo la parte farmacologica, ma anche quella diagnostica e organizzativa. Attraverso iniziative come questa, ci poniamo l'obiettivo di fornire sia al medico che al paziente un livello più alto di conoscenza, che metta il medico nelle condizioni di fornire un miglior trattamento e il paziente nelle condizioni di riceverlo. I tool digitali ci consentono di compiere questa operazione attraverso informazioni evidence-based e contrastando quindi la diffusione di false notizie".

"Bayer è molto impegnata nel settore oncologico e il nostro interesse non è solo rivolto al farmaco, ma alla patologia nel suo complesso. Siamo partiti da questo tumore specifico, sul quale crediamo si possa fare molto, ma poi passeremo ad altre forme, come il tumore alla prostata. Un altro aspetto importante di cambiamento rispetto all'utilizzo dei Big Data e dei tool digitali riguarda la centralità del punto di vista del paziente, che oggi raramente è effettivo, ma che invece è determinante, soprattutto in un'ottica di personalizzazione del trattamento. I dati che ci arrivano dagli USA dimostrano che se il paziente è realmente coinvolto nella decisione rispetto ai trattamenti, si arriva a migliori risultati".

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