Tumore rene: 3.400 casi l'anno di tumore al rene. Obesità la causa principale
Tumore del rene, ogni anno 3.400 casi, il 25% dovuti al sovrappeso, ma grazie alle nuove cure la sopravvivenza al tumore al rene aumenta. Ecco di cosa si tratta
Tumore rene cause, sovrappeso: il 25% dei malati di cancro al rene è sovrappeso
Ogni anno in Italia 3.400 nuove diagnosi di tumore del rene, il 25% del totale (13.600), sono riconducibili al sovrappeso. Un fattore di rischio ancora sottostimato dagli italiani visto che il 31,7% della popolazione ha problemi con la bilancia e il 10,5% è obeso. Una sottovalutazione che può portare a gravi conseguenze, infatti il 30% dei pazienti arriva alla diagnosi in stadio avanzato metastatico.
Tumori: rene, ogni anno 3.400 casi dovuti al sovrappeso
Finora per questi malati di tumore al rene le possibilità di trattamento erano scarse, ma negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione degli scenari terapeutici, approfonditi oggi in un incontro con i giornalisti a Milano.
"In questa neoplasia la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci - spiega il dott. Giuseppe Procopio, responsabile dell'Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Per i pazienti con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni. Queste terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un'azione 'anti-angiogenica', hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questa azione interferisce con lo sviluppo del tumore che, per crescere, ha bisogno di ossigeno, di sangue e di nuovi vasi sanguigni che lo irrorino".
Tumore rene sopravvivenza in aumentano grazie ad una nuova cura mirata
Il panorama terapeutico sul tumore al rene sta cambiando molto velocemente e, dopo l'ingresso della terapia immuno-oncologica, l'ultima novità è rappresentata da una nuova terapia mirata, cabozantinib, che ha evidenziato in uno studio di fase III miglioramenti clinicamente significativi, nel carcinoma a cellule renali in seconda linea, nei parametri di efficacia più importanti: sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta obiettiva.
"Passi in avanti che hanno un impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti - sottolinea il dott. Camillo Porta dell'Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Policlinico 'San Matteo' di Pavia -. Lo studio METEOR, che ha condotto all'approvazione della molecola, ha coinvolto 658 pazienti. Particolarmente evidente il vantaggio, pari a quasi 5 mesi, nella sopravvivenza globale rispetto a everolimus, l'attuale standard di cura (21,4 mesi rispetto a 16,5). La riduzione del rischio di progressione è stata del 49% e il tasso di risposta obiettiva è stato del 17% rispetto al 3% con everolimus". "Per i pazienti è essenziale disporre in tempi brevi delle terapie innovative", afferma Maurizio Limitone di FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia)