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Malattie tropicali, allo studio in Lombardia di un kit per la diagnosi precoce

Malattie tropicali, allo studio in Lombardia di un kit per la diagnosi precoce

Malaria, Dengue, Zika, Chikungunya, malattia di Chagas, sono nomi che fanno paura. Casi di cronaca hanno raccontato il preoccupante diffondersi di epidemie causate da questi virus. Basta la puntura di una zanzara. È davvero un attimo ammalarsi.

Chi pensa siano malattie che riguardano Paesi lontani, che poco hanno a che vedere con l’Europa e l’Italia in particolare, si sbaglia. Siamo una società multiculturale, siamo una società di viaggiatori. Le occasioni di entrare in contatto con il virus sono molte, più di quelle che si possono immaginare. I flussi migratori principalmente, ma anche i viaggi in luoghi dove queste malattie sono endemiche, come i paesi tropicali, sono le cause di contagio. Che dire poi dei cambiamenti climatici con cui ci si trova ad avere a che fare che potrebbero generare le condizioni ideali per lo sviluppo di queste patologie anche in Italia?

Sul fatto che si tratti di malattie che preoccupano è fuori discussione; non a caso tra il febbraio del 2016 e il novembre dello stesso anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò l'epidemia da Zika virus una “un'urgenza di sanità pubblica di portata internazionale”, in vista delle Olimpiadi del 2016 in Brasile.

Le donne incinte corrono i rischi maggiori: se infette da Zika, contagiano il feto e il nascituro ha alte probabilità di sviluppare microcefalia e malformazioni fetali. Uganda, Tanzania, Egitto, Africa centrale, India, Malaysia, Filippine, Thailandia, Vietnam, Indonesia, Colombia, El Salvador, Guatemala, Messico e Brasile, non sono pochi i Paesi dove si sono registrati diversi casi di contagio. E l’Europa, per i motivi precedentemente spiegati, non è certo esente.

Sono allo studio dei vaccini, ma al momento l’emergenza rimane. Che fare allora? Una valida risposta la fornisce il progetto “READy”, sostenuto dall’Assessorato per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia con un finanziamento di oltre 3 milioni di euro, grazie ai fondi POR-FESR 2014-2020 ed erogato tramite gli Accordi per la Ricerca previsti dalla legge regionale del 2016, “Lombardia è ricerca”.

Gli sforzi di READy (progetto dal valore complessivo di 5 milioni e 350 mila euro) vanno nella direzione di realizzare un kit di prodotti estremamente rapido ed efficace nell’individuare precocemente infezioni provocate da patogeni nuovi o emergenti.

Scoprire, progettare e produrre bioreagenti e piattaforme analitiche per la diagnosi tempestiva e puntuale delle malattie tropicali, non è certo poca cosa, ecco perché è stato creato un partenariato, tutto lombardo, composto da attori di primordine.

Capofila del progetto è DiaPro Diagnostic Bioprobes Srl, con base a Sesto San Giovanni e un’esperienza trentennale nel campo dell’immunodiagnostica delle malattie infettive. DiaPro ha unito le sue competenze con quelle altre due realtà industriali: la milanese PRIMM Biotech, fornitrice di prodotti e servizi biotecnologici e farmaceutici, e HTA Srl, azienda bresciana attiva da oltre 25 anni nella produzione di strumenti scientifici per laboratori di analisi.

Punto di forza del progetto READy è poi l’alleanza con ben sei tra atenei e centri di ricerca milanesi, tra i partner ci sono infatti il Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’Ospedale Sacco, l’Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare del CNR; il laboratorio di Ricerca Traslazionale della Fondazione Istituto Nazionale di Genetica Molecolare-INGM; il laboratorio di biologia molecolare, biochimica e protein science dell’Università degli Studi di Milano; i gruppi di ricerca del Dipartimento di Fisica e di quello di Elettronica Informativa e Bioingegneria del Politecnico di Milano; l’Università Milano Bicocca.

Un team d’eccezione per un obiettivo altrettanto eccezionale: arrivare a una diagnosi precoce delle patologie tropicali, per assicurare una migliore assistenza e limitare il diffondersi delle infezioni.

Non solo, la piattaforma per la diagnosi rapida che si sta realizzando è pensata per poter contare su costi ridotti e per essere impiegata anche in caso di emergenze che richiedono vasti screening su popolazioni a rischio. Il tutto sarà inoltre applicabile anche in contesti che possono contare su infrastrutture limitate, come ambulatori e centri di raccolta di migranti.

È proprio il CEO di DiaPro, Edoardo Marchisio, a mettere l’accento su cosa rende davvero unico e strategico il progetto: “Oggi i maggiori competitori producono test per malattie tropicali ma senza l’approccio tecnologico innovativo e i patogeni su cui si concentra il progetto READy”.

Un progetto tutto lombardo potrà dunque rivelarsi determinante nella lotta alle bioemergenze e laddove sono necessari screening di massa si avranno a disposizioni strumenti affidabili e precisi. Non è da trascurare poi il forte impatto che la riuscita del progetto avrà sui costi della sanità pubblica, diagnosticare precocemente e prevenire il diffondersi di virus che portano a patologie croniche permetterebbe grandi risparmi in termini di assistenza medica.

Se è vero che interessate agli screening di massa sono essenzialmente le zone dove queste patologie sono endemiche (come il Sud America e il Sud Est Asiatico), è anche vero che i test messi a punto nel progetto READy migliorerebbero pure il sistema di sicurezza predisposto in Lombardia per emoderivati e trapianti d’organo, situazioni che rappresentano circa il 3% dei casi causa di infezione da nuovi patogeni.

E infine un aspetto da non sottovalutare: la ricerca fa bene al territorio e all’economia. Il progetto READy, anche grazie ai finanziamenti regionali ricevuti, dà lavoro a 80 persone, tra ricercatori e tecnici di laboratorio, dando l’opportunità a giovani ricercatori di poter contare su assegni di ricerca e assegni post dottorato.

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    malattie tropicali





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