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Aler risponde, filo diretto con il presidente
“Abusivi in via Odazio, che fare?”. La ricetta del presidente di Aler Sala

Caro Presidente,
La ringrazio per la Sua visita di qualche giorno fa. Lei è il primo Presidente che sia venuto a visitare il mio caseggiato, in via Odazio 8.

Come ha potuto vedere, la situazione di questo quartiere ormai sta diventando insostenibile. Le occupazioni abusive sono sempre più frequenti e gli occupanti abusivi stanno rovinando la vita quotidiana di tanti inquilini perbene.

La prego non ci abbandoni, ma faccia qualcosa per fermare questa ingiusta invasione di strani personaggi arroganti.

Maria Palomares


LA RISPOSTA

Gentile Signora Palomares

Sono stato nominato Presidente di Aler Milano da quasi 4 mesi.

All’atto dell’insediamento, mi sono stati assegnati importanti obiettivi tra cui: collaborare con il Comune di Milano per affrontare congiuntamente la lotta del fenomeno ormai dilagante delle occupazioni abusive e della percezione della sicurezza nei nostri Quartieri.

In questo primo periodo ho avuto modo di conoscere da vicino il malessere che si è ormai diffuso nei nostri caseggiati.

La mia prima fonte di conoscenza è data dalle mie quotidiane visite nei quartieri.

Ho visto da vicino quello che Lei giustamente lamenta come situazione di pericolo.

Non sono abituato a farmi filtrare le notizie da altre persone ma ritengo che la conoscenza diretta dei problemi aiuta anche a trovare le soluzioni.

Sono consapevole che il racket delle occupazioni abusive ormai ha trovato in alcuni quartieri di Milano un terreno fertile che sta distruggendo giorno dopo giorno la qualità della vita dei nostri abitanti “per bene”.

Il messaggio che io lancio a tutti quanti quelli che intendono mantenere ancora la dignità di vivere in una città a misura d’uomo è :

“Non siete soli e non dovete arrendervi”.

Non ho la bacchetta magica, ma sin dal primo giorno del mio insediamento sto dedicando tutto il mio impegno nella risoluzione di questi problemi.

Come? Operativamente.

  1. Creando sinergie con tutte le istituzioni (Comune, Prefettura, enti, forze dell’ordine) per intervenire in maniera seria, decisa, univoca, pienamente collaborativa. Sicurezza e legalità sono temi complessi e di ordine pubblico, che non possono essere attribuiti ad un unico soggetto, ALER Milano, che per di più, non ha le dirette competenze in materia. L’azienda sta facendo la sua parte per la risoluzione delle criticità, gli altri sono chiamati a rispondere con le proprie rispettive autorità. Già c’è piena collaborazione. Il dialogo con il Comune e gli altri enti è stato avviato e prosegue con grande senso di responsabilità. Siamo seduti allo stesso tavolo e stiamo lavorando a un nuovo protocollo per la sicurezza. Sempre considerando che il problema casa rimane comunque sottovalutato a livello nazionale. Ma io confido molto nel supporto di Regione Lombardia, che sul tema è molto attenta.
     
  2. Monitorando la “vita” e le attività che si svolgono all’interno e al contorno dei nostri quartieri più problematici, soprattutto nei complessi “aperti”, senza cancellate e quindi più esposti. Abbiamo installato 450 telecamere, occhi elettronici per contrastare le illegalità di ogni fattezza. Le immagini verranno trattenute per sette giorni, e saranno a disposizione delle forze dell’ordine per i controlli e gli interventi del caso. Siamo partiti dalle situazioni più critiche quali Lorenteggio, San Siro e Gola, ma stiamo già pensando a tutto il patrimonio, perché il mio interesse è che non esistano quartieri e inquilini e di serie A e di serie B, ma luoghi sani abitati da persone serene che, come da loro diritto, vivano pienamente e al sicuro la propria vita nelle case che meritano. A Milano come in provincia.
     
  3. Riorganizzando e reintroducendo personale qualificato sul posto perché, sebbene rappresentino un passo avanti, le telecamere non bastano. Quindi stiamo lavorando per:

 

  1. ripristinare il servizio dei custodi laddove mancano
  2. inserire la figura del mediatore sociale, per stemperare le situazioni difficili
  3. introdurre il “tutor di quartiere”, professionista a metà tra l’ispettore e il custode.
  4. Impostando nuove procedure finalizzate ad accorciare sempre di più i tempi di assegnazione, di modo che le case non restino vuote se non per il tempo necessario alle manutenzioni. Stiamo sperimentando anche, ove vi sia la disponibilità del subentrante, l’alternativa dell’assegnazione immediata, con i piccoli lavori di manutenzione a carico dei nuovi inquilini. Le spese verranno poi decurtate dall’affitto.

Infine, voglio inviare un messaggio anche agli abusivi e ai facenti parte di sedicenti centri sociali che continuano ad occupare il patrimonio ALER: i nostri quartieri non sono “terra di nessuno”, e li riconquisteremo, casa per casa, per i cittadini onesti che ne hanno diritto e bisogno.

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