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Aler risponde, filo diretto con il presidente
Gli orti spontanei. Esiste una via per la regolarizzazione? Aler, risponde Sala
Giardino gestito dall’Associazione Compagnia dell’Anello (Foto di Elena Galimberti - www.elenagalimberti.it)

Buongiorno Presidente.

Mi chiamo Mario Donadio e sono il Presidente della Compagnia dell’Anello Missaglia, associazione animata da volontari appassionati di ambiente, socialità, cultura e aggregazione, che vivono e operano nei quartieri popolari della periferia sud di Milano. Spero voglia dedicare la sua attenzione alla mia lunga lettera.

Fra le tante attività e iniziative da noi seguite, c’è quella degli orti spontanei. Conosco molto bene il tema, me ne occupo da oltre vent’anni. È un fenomeno internazionale: tanti gli esempi in paesi come Svizzera, Germania, Olanda. Ma anche a Milano è una realtà diffusissima. L’associazione che presiedo si occupa di un orto che affaccia su viale Missaglia, una piccola isola felice che da oltre mezzo secolo regala un po’ di ossigeno alla città, grazie alla cura di persone che amano coltivare il terreno e produrne i frutti.

In questo contesto, io e mia moglie 18 anni fa decidemmo di sistemare un fazzoletto di verde diventato una discarica regalandogli l’aspetto di un meraviglioso giardino, di cui allego qualche foto. Un luogo di incontro, riposo, conversazione aperto a tutti, con l’unica regola che venga lasciato in ordine dopo l’uso.  Al nostro fianco in questa impresa, una comunità di una decina di pensionati che da circa quarant’anni coltiva gli orti spontanei di via Missaglia.

Comune di Milano e Municipio 5, per premiare le tante attività sociali da noi promosse sul posto, ci hanno assegnato uno spazio contiguo su cui oggi operano due associazioni. Anche il sindaco Beppe Sala mi ha onorato di una sua telefonata per complimentarsi per il lavoro svolto.

Vengo al dunque.

Nel cercare la strada per regolarizzare una occupazione che riconosciamo essere abusiva, abbiamo incontrato una serie di difficoltà legate al fatto che l’area è in parte di proprietà comunale e in parte di Aler Milano. Il terreno Aler è da oltre 40 anni coltivato dal signor Carlo, 84 anni. Il nostro sogno è che l’area possa essere assegnata alla nostra Associazione. Ci faremmo garanti affinché rimanga alle cure di Carlo finchè vorrà e, in un prossimo futuro, ci impegneremmo nel trasformarlo in luogo partecipato. Un “giardino condiviso” su terreno Aler, simbolico del passaggio generazionale da chi ha per anni donato amore alla terra, a coloro che ne avranno altrettanta cura in futuro.

Grazie per avermi letto.

RISPOSTA


Caro Mario,

le faccio i miei complimenti. Il suo impegno così attivo e propositivo per la socialità nelle sue diverse espressioni le fa onore. Sapere che gli spazi pubblici dei nostri quartieri siano animati da iniziative come quelle che lei illustra è motivo di orgoglio per Aler Milano.

Il vostro è un percorso parallelo e complementare a quello che abbiamo intrapreso con Regione Lombardia adottando la recente normativa sui servizi abitativi, che prevede un nuovo sistema di assegnazioni finalizzato a creare un mix sociale eterogeneo e solidale. Portare giovani coppie, anziani soli, forze dell’ordine e nuclei familiari con bambini in ogni caseggiato per far sì che il senso di isolamento “monotarget” sia superato, e che le persone possano interagire fra loro e sentirsi una comunità.

Spazi per l’aggregazione gestiti con passione, animati e sicuri, in cui siano possibili relazioni e scambi umani sereni e costruttivi sarebbero necessari in ogni quartiere Aler, e la collaborazione con le associazioni su questo tema è fondamentale.

Che siano piazze, locali ai piani terra degli stabili, cortili e giardini, è urgente che l’uso degli stessi venga normato, e intendiamo lavorarci.

Il tema degli orti spontanei e condivisi mi è stato segnalato da più rappresentanti degli inquilini, sia a Milano che in provincia. Ho visitato un esempio eccellente al quartiere Moncucco, e in quella sede ho già espresso in via informale il mio interesse all’individuazione di norme che disciplinino questo tipo di “occupazioni” che apportano solo benefici al quartiere e alla comunità. Perché nulla hanno a che vedere con l’abusivismo degli alloggi che combattiamo con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Ma nello specifico, l’orto da lei segnalato ricade in un’ampia area che era proprietà di Aler Milano, ma successivamente una convenzione urbanistica risalente all’epoca della costruzione del quartiere ha disciplinato la cessione della stessa al Comune. La situazione è complessa, e proprio per questo degna di approfondimento.

Abbiamo i suoi riferimenti, darò indicazioni alla mia segreteria di contattarla presto per un colloquio nei nostri uffici.

Grazie per aver condiviso la sua storia.

Un caro saluto, e a presto

 

Angelo Sala

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