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Aler risponde, filo diretto con il presidente
Nuova collaborazione e sinergia tra Aler e MM. La ricetta del presidente Sala

Buongiorno Presidente.

Non sono un inquilino delle case popolari, perché ho avuto la fortuna di ereditare un appartamento dalla mia famiglia al Gallaratese. La maggioranza degli edifici del quartiere in cui risiedo è però di edilizia pubblica, in parte gestito da MM e in parte da Aler Milano. Qui se ne vedono di tutti i colori, giorno e notte, soprattutto nelle adiacenze di via Bolla. Mi spieghi una cosa: a chi tocca intervenire sul degrado edilizio e sociale, sull’abusivismo e sulla sicurezza? A lungo si è parlato di “guerra fredda” fra il Comune e Aler Milano. Da un po' di tempo invece leggo di possibili accordi, addirittura di fusione con Metropolitana Milanese! Sono solo parole o c’è un impegno concreto? E in quale direzione?

Grazie

Roberto J.

 

RISPOSTA

Buongiorno Signor Roberto.

Facciamo chiarezza su un punto: non fa parte della mia storia, perché io presiedo l’azienda da cinque mesi, ma conosco le vicende legate alla gestione del patrimonio pubblico del Comune nell’ultimo decennio, prima in capo ad Aler, poi a privati, poi nuovamente ad Aler, quindi a Metropolitana Milanese, fondata dal Comune di Milano con il preciso obiettivo di amministrare da sé il proprio patrimonio.

La qualità della vita nei quartieri popolari non è caratterizzata solo dalle capacità gestionali di questo o quell’operatore. Non è il caso di farne quindi una inutile concorrenza tra ALER ed MM.

Bisogna invece stabilire le regole di gestione che devono essere uguali per tutti e quindi il patrimonio di ALER deve avere le stesse prerogative del patrimonio di proprietà comunale.

Ecco a titolo di esempio alcune situazioni:

  • ALER Milano paga 34 milioni di euro di IMU-IRES. Il patrimonio comunale circa 240mila euro.
  • La morosità degli inquilini di ALER rimane in capo all’Azienda, i mancati pagamenti degli inquilini comunali vengono invece spalmati sulla collettività.
  • Il gestore del patrimonio comunale può utilizzare anche la polizia locale per contrastare le situazioni di abusivismo, ALER Milano no.

Quindi preciso: non c’è nessuna intenzione e motivo per proseguire nelle polemiche tra ALER Milano e MM. Su questo siamo d’accordo con Palazzo Marino. Ma siamo anche consapevoli che fino ad oggi hanno rappresentato due mondi che viaggiano a velocità diverse e in maniera troppo indipendente l’una dall’altra, e che ciò va risolto: non possono, in una stessa città, co-esistere due politiche dell’abitare. Il percorso deve essere univoco, altrimenti a farne le spese è la comunità.

Dopo vari colloqui interlocutori, conoscitivi e di approfondimento delle varie tematiche con rappresentanti di MM, presidenti dei Municipi e Assessori, il 3 luglio ho incontrato a Palazzo Marino il Sindaco Beppe Sala. Abbiamo finalmente posto le basi di un rapporto fondato su collaborazione e sinergia, tanto con l’Ente e i suoi assessorati e Municipi, quanto con Metropolitana Milanese, e istituito un tavolo tecnico che lavorerà per il bene delle oltre 120.000 famiglie delle case popolari, senza distinguo.

C’è una grande e precisa volontà di assumere ognuno le proprie responsabilità, a partire dall’assegnazione degli alloggi che dal 2018, con il nuovo regolamento, ognuno farà per sè, e di cooperare ed affrontare in maniera omogenea tematiche sociali, tecniche ed economiche quali:

  • Lotta all’abusivismo e al racket degli alloggi (per gli sgomberi di massa e il ripristino della legalità è però fondamentale anche la collaborazione della Prefettura e delle forze dell’ordine).
  • Recupero della morosità colpevole e supporto per quella incolpevole (per la quale si può ipotizzare un fondo di solidarietà cofinanziato per coprire, in attesa di una definitiva decisione in merito, le difficoltà economiche più evidenti).
  • Velocizzazione delle assegnazioni, per le quali abbiamo adottato un piano di lungo termine finalizzato a ridurre la quantità di alloggi vuoti (nel 2016 su Milano ALER ha riqualificato e assegnato 482 alloggi e la previsione per il 2017 è di completare l’iter per altri 735).
  • Sicurezza.
  • Mobilità per cambio alloggi o lavori.
  • Socialità, iniziative congiunte di animazione sociale e culturale.
  • Supporto ai servizi di custodia in caso di assenze (portierato diffuso).
  • Degrado edilizio, riqualificazione, abbattimento e ricostruzione. (Io e l’Assessore Rabaiotti siamo risoluti ad individuare le risorse necessarie a ridare dignità ai quartieri più degradati. Ipotizziamo di chiedere congiuntamente finanziamenti ai Ministeri, sulla scia dei “progetti periferie” del governo.

Abbiamo già individuato i referenti interni sia ad ALER che ad MM per ciascuna tematica, e abbiamo in programma un calendario di incontri affinchè tutte le buone intenzioni si concretizzino in fatti per gli inquilini.

Il 3 luglio si è deciso che la collaborazione partirà, con modalità da definire in tempi rapidi, proprio dalle case di via Bolla da Lei citate, dove tutte le problematiche sembrano concentrarsi: 244 alloggi, molti dei quali non a norma, con un appartamento su quattro in mano agli abusivi, degrado edilizio e sociale, morosità, mancanza di sicurezza. Non si escludono, laddove la fatiscenza e l’obsolescenza siano irrecuperabili, procedure di abbattimento e ricostruzione con nuovi standard, come previsto per alcuni edifici del quartiere Lorenteggio.

Spero di aver fatto un po' di chiarezza. Se ci fossero ancora dubbi, invito a scrivermi all’indirizzo ilpresidenterisponde@aler.mi.it.

Un caro saluto a Lei e a tutti i lettori

Angelo Sala





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