Alta tensione Parisi-Maroni: la Sanità agita ancora Milano
Tra Stefano Parisi e Roberto Maroni sembra esserci il gelo. La partita per l'assessorato alla Sanità e non solo
di Fabio Massa
Alta tensione. Mezze parole dette a denti stretti. Nessuna dichiarazione incrociata, di sostegno. Anzi, freddezza. Pare proprio che se ci sono due che dovrebbero essere compagni di cordata e che invece si detestano, questi sono Stefano Parisi e Roberto Maroni, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it. E’ vero che la partita che il presidente della Regione Lombardia si gioca, oggi, è più spostata su Varese (dove è capolista) che su Milano. Ma è anche vero che pare singolare che uno dei leader del Carroccio, che a Milano lavora ogni giorno, non dica una parola sulla campagna elettorale. Anzi, mentre Stefano Parisi incrocia le lame con Mr. Expo, Maroni fa una vera e propria campagna di comunicazione sul fast-post-Expo. Dando quantomeno un messaggio contraddittorio agli elettori, nella visione di Stefano Parisi. Certo, i maligni potrebbero pensare che la questione processuale del governatore conti, in questo campo, giacché con il caso Malangone un link tra Expo e la Regione c’è di sicuro. Poi, a infastidire Parisi c’è anche quel continuo tira-e-molla che pare un disturbo voluto, sulla questione dell’assessorato alla Sanità. Quasi una provocazione per una piazza che è tenuta calma più che altro dalla grande forza di volontà del candidato, e da quella di chi su Milano si gioca la faccia. Chissà quindi come deve aver vissuto l’ultimo valzer di Maroni con Berlusconi. A più iniziative elettorali, parlando con consiglieri regionali e con la coordinatrice Mariastella Gelmini, l’ex Cav avrebbe rivelato di una telefonata ricevuta proprio da Maroni, che insiste e insiste sulla nomina di Viviana Beccalossi, l’assessore al Territorio, che vorrebbe fosse spostata alla Sanità in completo disaccordo con il gruppo consiliare. Che, ancora oggi, è in subbuglio al punto che c’è chi pensa che si arriverà alla battaglia finale. Quella in cui tutti gli assessori e i sottosegretari vanno da Berlusconi e rimettono le deleghe lasciando a Maroni l’appoggio esterno alla giunta. Una battaglia durissima, quella tra gli azzurri e Maroni, che per adesso, nei primi due round, ha visto prevalere il gruppo di Forza Italia. Ma Maroni insiste e insiste. E la piazza esplode. Inutile dire che Parisi, invece, non è affatto contento.