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Milano
Altro che ambiente! L'accordo monstre ANCI-Conai e la politica sta a guardare

Altro che ambiente! L'accordo monstre ANCI-Conai e la politica sta a guardare

di Fabio Massa

L'affare, se così si vuol chiamarlo, è di quelli di dimensioni monstre: tra i 3 e i 4 miliardi in cinque anni. Eppure, la politica pare disinteressarsene, almeno quella "governativa". E' una storia, quella che può raccontare Affaritaliani.it, decisamente istruttiva. Dentro c'è tutto: ambiente, smaltimento della plastica, potere, fiumi di soldi, accordi, veleni. La vicenda è quella dell'accordo quadro tra Anci e Conai. L'Anci è l'associazione nazionale comuni italiani: il raggruppamento di tutti i primi cittadini. A presiederla è il sindaco di Bari Antonio Decaro. Ingegnere, è stato scelto nel 2016, quando la maggioranza dei comuni era in mano al centrosinistra. E infatti Decaro è di centrosinistra, avendo iniziato la sua carriera politica sotto il governatore Michele Emiliano. Conai invece è il Consorzio Nazionale Imballaggi, che poi si suddivide al suo interno in vari sotto-consorzi tra cui i più famosi sono sicuramente il Corepla per la plastica e il Comieco per la carta e il cartone. 

Tra Anci e Conai corrono molti soldi. I produttori di carta, legno, plastica sono infatti tenuti a versare un contributo per lo smaltimento. In pratica, chi produce una bottiglietta di plastica - per esempio - deve corrispondere una quota per lo smaltimento della stessa. Dove finiscono questi soldi? Al Conai. Ovviamente il Conai non agisce in autonomia, ma in base a un accordo con i Comuni. Questo accordo è scaduto, e si sarebbe dovuto rinnovare entro marzo di quest'anno. E' un accordo importante, che vale - appunto - miliardi di euro. Tra l'altro, con l'ultima direttiva del 2018, rispetto alle precedenti norme del 2006, i produttori dovranno farsi "integralmente" dei costi sostenuti dai Comuni per la raccolta differenziata e lo smaltimento. Tradotto: ancora più soldi in arrivo. Il 7 settembre dell'anno scorso Decaro compone quindi la "delegazione" trattante per conto di ANCI. All'interno Ivan Stomeo, sindaco dem di Melpignano; Enzo Bianco, quattro volte sindaco di Catania; Filippo Nogarin di Livorno del Movimento 5 Stelle; Franco Bonesso, già vicepresidente della Provincia di Treviso in forza al Pdl; Agata Fortunato, della città metropolitana di Torino; Alberto Bellini, già assessore a Forlì (anche lui centrosinistra) e Valentina Guelpa, dirigente del Comune di Monza (da cui proveniva l'ex presidente di Anci Lombardia Scannagatti e oggi retto da Dario Allevi di centrodestra). La Lega? Completamente assente.

Oggi pare che dalla commissione per la rinegoziazione ci siano state defezioni. In particolare pare che abbia avviato un percorso di riflessione sulla sua permanenza Valentina Gualpa, l'unica esponente lombarda. E che Agata Fortunato si sia invece proprio dimessa: un evento che ha fatto sì che il sindaco di Torino Chiara Appendino prendesse carta e penna e chiedesse spiegazioni formali ad Anci. In più, ci sono i mal di pancia sulla trasparenza. Non esiste ad oggi una lista aggiornata dei rappresentanti né di Anci né di Conai. Non esistono i loro curriculum e neppure le dichiarazioni di assenza di incompatibilità. Per un affare da quattro miliardi, di trasparenza pochina. E sul lato Conai? Chi sta trattando? Con quali qualifiche? Non si sa. Affaritaliani.it ha contattato l'ufficio stampa di Conai, che ha riferito che la direzione generale ha autorizzato a comunicare solo il fatto che nella delegazione ci sono sei membri del cda di Conai. Ma nessun nome. Dunque: da un lato non ci sono dichiarazioni di incompatibilità. Dall'altro neppure i nomi. In ballo ci sono i soldi che tutti i comuni d'Italia dovranno percepire per gli smaltimenti. Ma di trasparenza praticamente zero.

fabio.massa@affaritaliani.it

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