Animalisti occuparono la Statale di Milano, processo rinviato
Rimandata al 30 ottobre l'udienza per il processo agli attivisti di Fermare Green Hill che occuparono il dipartimento di Farmacologia dell'Università Statale
E' stata rimandata al 30 ottobre l'udienza per il processo agli attivisti dl Coordinamento Fermare Green Hill, che il 20 aprile 2013 occuparono il dipartimento di farmacologia dell'Università statale di Milano per "liberare" gli animali da laboratorio. Questa mattina un gruppo consistente di attivisti ha manifestato davanti al Palazzo di Giustizia a partire dalle 9.30, ricordando l'episodio di quattro anni fa, quando cinque persone scavalcarono i cancelli dell'ateneo con lo scopo di riprendere e fotografare la situazione, per poi di "salvare" quattrocento topi e un coniglio, portandoli via: "Siamo entrati con le telecamere: abbiamo ripreso e documentato" ha detto Giuliano Floris, uno dei leader del movimento, che ha attaccato: "Parlano delle ricerche che sono state rovinate degli animali che abbiamo portato via ma spesso non sanno neanche che fine fanno le cavie: questo è il mondo della ricerca, questa è la normalità e noi dobbiamo metterci d'impegno in modo non violento, senza cadere nelle provocazioni".
Obiettivo del movimento adesso è di "smettere di dare appigli per chiamarci violenti, estremisti, ignoranti: noi siamo tutt'altro, siamo per la non violenza e per la libertà di tutti, anche per quei ricercatori che gli animali li sfruttano e si lamentano delle nostre proteste". "Affronteremo questo processo continuando a parlare delle nostre idee" ha proseguito Floris, parlando davanti ai giornalisti questa mattina. Dopo l'episodio il Coordinamento fece un accordo con l'università per liberare anche tutti gli altri esemplari: accordo che, lamentano, non è stato mantenuto: "Oggi non crederemmo più alle promesse del rettore Gianluca Vago, che pur di farci andare via, vedendo che stavamo raccogliendo materiale scritto e fotografico, ci ha promesso che ci avrebbe consegnato gli animali, pur ammettendo che erano inutilizzabili. Poi però l'università ha continuato a tenerli dentro". Gli attivisti sono accusati di occupazione, violenza privata e danneggiamento aggravato: due di loro hanno patteggiato la pena: uno avrà un anno, l'altro otto mesi; gli altri tre invece dovranno affrontare il processo, ma alla domanda "Lo rifareste?" hanno risposto: "Certo, altri mille volte" e sono pronti a dichiararlo in aula.